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La guerra atomica di Kim Jong-un non ci sarà per quattro ragioni forti

Alessandro Orsini*

Perché non ci sarà nessuna guerra con la Corea del nord, se gli Stati Uniti di Trump non lo vorranno

Non ci sarà nessuna guerra con la Corea del nord, se gli Stati Uniti non lo vorranno. Per comprendere il senso di questa affermazione, occorrono quattro informazioni fondamentali. La prima è che la Corea del nord è un paese poverissimo, privo delle risorse per poter affrontare una guerra convenzionale di lungo o di medio periodo. Le sanzioni hanno ulteriormente fiaccato il Paese e nessun dittatore scatenerebbe una guerra sapendo di non poter contare su ingenti risorse negli anni a venire. Se poi il nemico da colpire sono gli Stati Uniti, ovvero lo Stato più ricco e potente della terra, diventa davvero difficile credere che Kim Jong-un sia intenzionato a utilizzare i suoi progressi tecnologici per aprire le ostilità.

 

La seconda informazione è che la Corea del nord non ha alcun interesse strategico a ingaggiare una guerra con gli Stati Uniti, che non hanno niente a cui la Corea del nord sia interessata. Gli Stati Uniti hanno la forza per rovesciare il governo della Corea del nord che, invece, non ha le forze per rovesciare il governo americano. Il che significa che gli Stati Uniti potrebbero avere un interesse a scatenare la guerra, per quanto molto sanguinosa, mentre la Corea del nord non ricaverebbe alcun vantaggio dall’avvio delle ostilità perché non potrebbe mai invadere gli Usa, uccidere tutti i capi del Pentagono e della Casa Bianca, e determinare un cambio di regime. Nessuno Stato ha mai scatenato una guerra senza avere qualcosa da strappare ai nemici.

 

La terza informazione è che una guerra convenzionale sulla linea di confine tra Corea del nord e Corea del sud renderebbe altamente probabile la diserzione di molti soldati nordcoreani che cercherebbero rifugio in Corea del Sud. Infine, la Cina ha sempre detto che nessuno deve permettersi di portare una guerra ai propri confini. Attaccando per prima, la Corea del nord perderebbe la protezione del governo cinese.

 

Queste quattro informazioni, che dovrebbero generare una rassicurazione psicologica nei lettori che temono la guerra, è accompagnata da una pessima notizia. Proprio perché la Corea del nord è un paese povero e inadeguato a fronteggiare una guerra convenzionale, qualunque guerra contro Kim Jong-un sarebbe una guerra nucleare. L’unica possibilità che Kim Jong-un avrebbe di sopravvivere in caso di guerra è il lancio immediato della bomba atomica su un bersaglio alla portata dei suoi missili. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, tali bersagli sono la base Usa di Guam, il Giappone e la Corea del sud. Se la Corea del nord ricorresse alla bomba atomica, per difendersi da un’invasione americana, la reazione degli Stati Uniti, a differenza di quel che si crede, non sarebbe il contrattacco immediato con le testate nucleari. Ciò che dovrebbe accadere è un immediato cessate il fuoco, in cui il mondo intero, con il papa in testa, interverrebbe per scongiurare una guerra nucleare di ampie dimensioni. L’esito finale di una simile mobilitazione non è prevedibile, ma è improbabile che gli Stati Uniti, avendo avviato le ostilità per primi, reagirebbero con il lancio di bombe atomiche nel volgere di pochi minuti. Un’altra conseguenza del campo di forze in cui si sviluppa la dinamica conflittuale è che è molto probabile che Kim Jong-un userebbe la bomba atomica anche come reazione a in attacco aereo contro le proprie centrali nucleari. I nordcoreani hanno chiarito che, anche in caso di un bombardamento aereo, sarebbero pronti all’uso delle armi di distruzione di massa. Questa posizione, che molti cittadini occidentali chiamano a sostegno della tesi della presunta pazzia di Kim Jong-un, è invece la prova della sua intelligenza strategica. Siccome Kim Jong-un sa di non potersi difendere adeguatamente dagli aerei americani, e di non poter fronteggiare una guerra convenzionale, deve trovare un modo per stroncarla sul nascere. L’unica possibilità che ha di scoraggiare un attacco americano, o di interrompere un’invasione, è quello di lanciare la bomba atomica. Pur essendo alla guida di uno degli Stati più poveri del mondo, Kim Jong-un ha plasmato una dinamica politica, complici alcune circostanze internazionali a lui molto favorevoli, in cui ha paralizzato lo stato più ricco e potente del pianeta. A ogni nuovo esperimento di Kim Jong-un, Trump lascia intravedere una reazione militare, ma poi si limita a chiedere all’Onu un inasprimento delle sanzioni. Accade perché i vertici americani sanno che qualunque guerra con Kim Jong-un sarebbe una guerra nucleare. Il paradosso strategico è che la Corea del nord, proprio perché è uno Stato debole e povero, ha un incentivo a trascinare il mondo verso l’autodistruzione. Se fosse più ricco e potente, e potesse combattere una guerra convenzionale, il rischio di una guerra nucleare sarebbe molto remoto.

*Direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS

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