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Merkel e Kohl, tra tradimenti e funerale

Daniel Mosseri

“La cancelleria parteciperà alla cerimonia di commemorazione", dice l'ufficio stampa della Cancelliera, ma contro di lei si è mossa l’unica persona in grado di dettare legge rispetto al funerale dell’ex cancelliere: la vedova Kohl. Ecco perché

“La cancelleria parteciperà alla cerimonia di commemorazione in ricordo di Helmut Kohl il 1 luglio a Strasburgo; e là pronuncerà il suo discorso”. L’ufficio del portavoce di Angela Merkel risponde con chiarezza alla domanda che dovrebbe far luce sul polverone politico sollevato in Germania dalla morte dell’ex cancelliere Helmut Kohl. Il condizionale, come si dice, è invece d’obbligo. Basta chiedere se Frau Merkel sarà presente anche al funerale religioso in programma a Speyer per ottenere una risposta molto più sibillina: “L’agenda della Bundeskanzlerin verrà resa nota venerdì”. Come se la presenza della cancelliera alle esequie del suo predecessore più importante, padrino politico, padre dell’Europa pacificata e riunificatore della Germania non fosse un atto dovuto.

 

In queste ore, la leader cristiano-democratica si muove su uova dal guscio fragilissimo. Contro di lei, riferisce la stampa all’unisono, si è mossa l’unica persona in grado di dettare legge rispetto al funerale dell’ex cancelliere: la vedova Kohl. Non è un mistero che Maike Kohl-Richter gliel’abbia giurata: a Merkel, alla Cdu e financo agli stessi figli di primo letto del leader scomparso, uno dei quali ha affermato di aver appreso della morte del padre solo dalla radio. Di 35 anni più giovane del marito, Frau Kohl-Richter è accusata da mezza Germania di aver coltivato il risentimento che Helmut Kohl già provava per la giovane donna dell’est che gli sfilò la guida della Cdu mettendo alla berlina alcune opache operazioni di finanziamento al partito. Non è la prima volta che nella storia tedesca una donna giovane si insinua fra il marito cancelliere e il resto del mondo: era già accaduto dopo la morte di Willy Brandt (classe 1913) con la terza moglie Brigitte Seebacher (nata nel 1946), in lotta aperta con la Spd per il controllo dell’archivio lasciato dal marito.

In queste ore si sono moltiplicate le indiscrezioni sul tentativo di Frau Kohl-Richter di impedire a Merkel di prendere la parole alla cerimonia in memoria del compianto Helmut. Secondo lo Spiegel, la vedova avrebbe voluto il solo premier ungherese Viktor Orban, amico del cancelliere scomparso e come lui piuttosto ostile a Merkel, in veste di oratore funebre.

 

La cerimonia tuttavia si terrà a Strasburgo con Antonio Tajani a fare gli onori di casa. Tutto risolto allora? Neanche un po’, protesta dalla prima pagina la conservatrice Faz. Perché se è vero che Helmut Kohl nel suo testamento ha chiesto di non volere funerali di Stato, è anche vero che “i tedeschi hanno diritto di piangere il loro cancelliere”. L’Unione europea non è uno stato “ma una costruzione sui generis”, si lamenta la Faz, e la commemorazione a Strasburgo serve solo a nascondere il fatto che a casa una celebrazione a carattere nazionale non c’è. E poi incalza: “Non poteva il presidente federale chiedere un funerale di stato? Chi avrebbe potuto criticarlo?”. La risposta viene dalla popolare Bild, il cui ex direttore Kai Diekmann era intimo amico del leader scomparso. I rapporti fra l’attuale presidente, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, l’ex cancelliere erano pessimi. Diventato sottosegretario nel 1998, il primo accusò Kohl di aver tentato di inquinare l’arrivo al potere dei socialdemocratici con la distruzione di alcuni dossier. Le accuse non trovarono alcun riscontro giudiziario, ma non è escluso che con la sua memoria da elefante Kohl abbia voluto punire anche Steinmeier.

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