Il leader del Labour, Jeremy Corbyn (foto LaPresse)

La nuova lettera di suicidio del Labour

Redazione

Il manifesto di Corbyn, diffuso in anticipo, è un disastro marxista

Mercoledì, nel Regno Unito, diverse copie del manifesto elettorale 2017 del Partito laburista sono state infilate sotto la porta di svariate redazioni, benché, in linea teorica, non dovesse essere reso noto prima della settimana prossima. Nelle 43 pagine del documento – cui se ne sono aggiunte altre, pare, nello scrutinio finale di ieri durante una riunione di partito – si propone la rinazionalizzazione delle ferrovie, delle poste e di ampi settori del mercato dell’energia; un tetto massimo alle bollette del gas; l’eliminazione delle rette universitarie; la creazione di un ministero del Lavoro che sia interlocutore privilegiato dei sindacati; aumenti di tasse a pioggia e la mastodontica cifra di 250 miliardi di sterline di investimenti pubblici, rigorosamente in deficit. Voci maligne sussurrano che sia stata proprio la direzione del partito a ordinare di “leakare” il manifesto in anticipo, per vedere le reazioni di stampa e pubblico ed eventualmente impostare la retromarcia sulle proposte più radicali. Tre fonti interne al Labour, però, hanno confermato che le proposte spifferate sono effettivamente parte del manifesto ufficiale, per cui si può dare per assodato che più di tanto il programma non cambierà. Tutta la stampa Tory – con elettorato al seguito – è inorridita. “Jeremy Corbyn vuole portare il Regno Unito indietro nel tempo, fino agli anni 70” ha scritto il Telegraph. “Ai datori di lavoro di Corbyn, i sindacalisti, sono stati dati poteri enormi per forgiare il manifesto elettorale laburista più sinistrorso degli ultimi decenni”, ha chiosato il Daily Mail. Più elegante, come sempre, l’Economist, che ha concesso al manifesto di Corbyn di essere “un po’ meno delirante” di quello presentato nel 1983 da Michael Foot. Il programma di Foot, allora leader laburista, consisteva in un malcelato marxismo anti Nato e anti Cee (l’antenata dell’Ue) che regalò alla signora Thatcher la vittoria più decisiva dal 1945. Il manifesto elettorale di Foot fu descritto come “la più lunga lettera di suicidio della storia”. E’ facile capire perché. Quello di Corbyn rischia di avere lo stesso tipo di accoglienza, specie tra gli elettori laburisti moderati ancora insicuri se votare di testa o di cuore. L’ultima volta che ha fatto la sinistra dura a morire, il Labour è rimasto all’opposizione per diciotto anni. Più si allontana dal centro, più la sinistra inglese crolla nei sondaggi. E’ la stessa sorte che è già toccata alla sinistra francese guidata da Benoît Hamon e dal suo consigliere Piketty. La storia sta per ripetersi a Londra, e per Jeremy Corbyn non è una buona notizia.

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