Barcone di migranti soccorso al largo delle coste di Malta (foto LaPresse)

L'Italia in prima linea nella crisi migratoria

Redazione

Sbarchi record a Pasqua, prima che entrino in azione i nuovi accordi tra Libia e Ue. L'Austria vuole chiudere la rotta del Mediterraneo centrale

Secondo la Guardia costiera italiana almeno 8.360 migranti sono stati soccorsi al largo delle coste della Libia durante il fine settimana di Pasqua. L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) delle Nazioni Unite ha spiegato che a guidare l’improvviso aumento di sbarchi, oltre alle migliori condizioni meteorologiche, c'è la paura dei trafficanti per il rischio che a breve le rotte mediterranee siano chiuse. Flavio Di Giacomo, un portavoce dell’Oim, sostiene che gli scafisti spingono i migranti a "lasciare in fretta il paese", perché nei prossimi mesi potrebbero essere intercettati dalla Guardia costiera libica.

 

Con il nuovo accordo sulle migrazioni, siglato a febbraio tra l’Ue e la Libia, l'Italia si prepara a fornire al paese africano una dozzina di imbarcazioni per pattugliare le coste e ad addestrarne la Guardia costiera. Quest'anno, secondo l’Onu, circa 35.700 persone sono state soccorse in mare mentre tentavano di raggiungere l’Italia, il 43 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 
Il quotidiano francese Echos scrive che se “nel 2016 il 30 per cento dei soccorsi in mare” era realizzato da organizzazioni non governative, “nel 2017 le Ong sono intervenute in almeno la metà delle operazioni”.
Secondo l'Oim circa 900 migranti sono morti nel Mediterraneo dall’inizio del 2017.

 

Un aumento degli sbarchi significa anche un aumento della spesa per far fronte alle operazioni di salvataggio e accoglienza: nel caso italiano, l’incremento nel 2017 è stimato in circa un miliardo di euro su un bilancio previsto di 4,6 miliardi di euro totali (lo 0,27 per cento del pil).

Il 13 aprile 176.460 migranti sono stati distribuiti in circa 2.880 centri urbani, soprattutto in Sicilia e in Lombardia, prima regione ospitante con il 14 per cento dei migranti. Il governo ha più volte ribadito il suo desiderio di una distribuzione capillare sul territorio, con 2,5 migranti ogni 1.000 persone in media. Un'altra preoccupazione per il governo italiano sono i minori non accompagnati: erano quasi 26.000 lo scorso anno, l’equivalente di tutti quelli giunti in Italia nel 2014 sommati a quelli nel 2015 e sono circa il 14 per cento degli arrivi totali. Una percentuale che è confermata dalle previsioni per il 2017. Il 29 marzo, il Parlamento ha approvato una legge che stabilisce nuove procedure per la loro identificazione e il trasferimento a uno specifico centro nel giro dei primi 30 giorni dallo sbarco sul suolo italiano.

 

Intanto, l'Austria chiede di contrastare più efficacemente il flusso migratorio attraverso il Mediterraneo. Secondo il ministro dell'Interno Wolfgang Sobotka (Ovp), "un salvataggio in mare aperto non può essere un biglietto per l'Europa, perché dà ai trafficanti organizzati abbastanza motivi per convincere la gente a partire per ragioni economiche".

Sobotka avverte che l'Austria non consentirà che si ripeta quanto avvenuto nel 2015, quando decine di migliaia di migranti passarono le frontiere nazionali senza essere registrati. "L'afflusso illimitato e incontrollato ha provocato il clima di insicurezza che oggi ci troviamo a combattere", ha proseguito il ministro. Così, il governo austriaco ha già annunciato di volere imporre un tetto massimo alle domande di asilo accolte, dimezzandolo rispetto a quello corrente di 17.500 rifugiati l'anno.

Di più su questi argomenti: