Marine Le Pen in campagna elettorale (foto LaPresse)

Scandali in arrivo anche per Le Pen?

Mauro Zanon

Il Monde pubblica delle email private della leader francese che sembrano mostrare la creazione di “impieghi fittizi” ottenuti con i soldi dell’Europa

Uno scambio di email, risalente a due anni fa, che potrebbe costare caro al Front national di Marine Le Pen. Il Monde, nella sua edizione di mercoledì pomeriggio, ha rivelato il contenuto esplosivo di alcune conversazioni via email tra il tesoriere del partito frontista, Wallerand de Saint-Just, e la presidente del Fn, email che certificherebbero l’esistenza di un “sistema fraudolento”, secondo gli inquirenti, messo in piedi dalla formazione lepenista per stipendiare alcuni suoi dipendenti con i fondi del Parlamento europeo.

 

L’email più scottante risale al 16 giugno 2014, ossia tre settimane dopo la vittoria del Fn alle elezioni europee. Inquieto per le spese “difficili da controllare”, legate ai “ricevimenti”, ai “viaggi” e ai “congressi-manifestazioni”, il tesoriere del Fn scrive queste parole alla candidata all’Eliseo della destra identitaria: “Mia cara Marine, ecco i conti del 2013 e una presentazione da me curata un po’ differente. Nel 2013, le spese mensili sono state superiori di 100 mila euro rispetto al previsto (…)- Negli anni a venire e in tutti i casi, riusciremo ad andare avanti soltanto realizzando dei grandi risparmi grazie al Parlamento europeo e ottenendo dei rimborsi supplementari”.

 

Oltre a questo allarme del tesoriere sulle finanze frontiste, figurano altri documenti compromettenti legati ai conti del partito, dove vengono menzionate esplicitamente le espressioni “risparmi grazie ai deputati europei” e “risparmi con le elezioni europee”. Le comunicazioni di posta elettronica tra Wallerand de Saint-Just e Marine Le Pen, ottenute dagli inquirenti durante la perquisizione di metà febbraio nella sede del partito, a Nanterre, indeboliscono la difesa del Fn, accusato di aver utilizzato i fondi del Parlamento europeo per pagare il suo train de vie e dei dipendenti che in realtà lavoravano soltanto per conto del partito. “Emplois fictifs”, insomma, impieghi fittizi, come quelli contestati a François Fillon, ma a differenza di quest’ultimo con i fondi dell’Europa.

Il 21 maggio 2014, sempre secondo il Monde, Wallerand de Saint-Just aveva anche chiesto a Jean-Marie Le Pen un prestito di 1,5 milioni di euro, tramite il suo micro partito, Cotelec, precisando che “verrà fatto un nuovo punto della situazione quando verranno quantificati i risparmi realizzati dopo le elezioni europee e quando saranno predisposti i nuovi rimborsi”. Il “sistema fraudolento che implica molteplici dirigenti del Front national”, di cui parlano gli inquirenti, sarebbe inoltre dimostrato dal fatto che diversi assistenti non hanno mai, o quasi mai comunicato con i deputati che avrebbero dovuto assistere. Come Laurent Salles, assistente di Louis Aliot, il compagno di Marine Le Pen, che tra luglio 2014 e febbraio 2015 avrebbe inviato al suo superiore “soltanto un sms in tutto il periodo”, come precisato dal Monde.

 

Un altro caso citato dal quotidiano parigino che certificherebbe il sistema di assistenti remunerati dall’Europarlamento nonostante il loro lavoro esclusivo per il conto del partito, è quello di Charles Hourcade, assistente parlamentare locale dell’eurodeputata Marie-Christine Boutonnet e impiegato come grafico presso la sede frontista di Nanterre. Hourcade, durante il periodo in cui ha avuto un contratto con il Parlamento europeo, non avrebbe avuto nessuna comunicazione telefonica con la sua assistita, ma avrebbe comunque percepito 4.064 euro lordi. Interrogata dal Monde, Marine Le Pen si è difesa dicendo che “ci sono stati numerosi risparmi perché alcuni dirigenti sono diventati deputati europei”. Il tesoriere frontista, Wallerand de Saint-Just, ha invece pubblicato un comunicato, nel quale afferma che il termine “risparmi” faceva riferimento agli stipendiati del Fn eletti al Parlamento, i cui contratti di lavoro con il partito si sarebbero interrotti, approfittandone per attaccare il Monde, “giornale di Monsieur Bergé, sostenitore di Macron”.

Nel suo dossier, il quotidiano parigino ha raccontato anche la perquisizione turbolenta avvenuta nella sede frontista a Nanterre, con Marine Le Pen e il suo braccio destro, Florian Philippot, che hanno opposto resistenza agli inquirenti, prima di filmarli con i loro telefonini. Tra le figure chiave di questo “sistema”, secondo il Monde, spiccherebbe la figura di Nicolas Crochet, il commercialista del Fn, sulfureo amico di Jean-Marie Le Pen, onnipresente negli affaire che hanno inguaiato il partito in questi anni.