Un angolo per i giornalisti turchi

Redazione

Merkel da Erdogan. La Taz lancia un’iniziativa editoriale umanitaria

Angela Merkel è arrivata ieri in Turchia, la prima visita dopo il tentato golpe dell’estate scorsa sfociato poi in una campagna di repressione che non è ancora finita. La cancelliera tedesca è da sempre molto criticata per i suoi rapporti con il presidente Recep Tayyip Erdogan, che sono stati improntati al compromesso sulla questione dei migranti e sul coinvolgimento della Turchia nella crisi siriana. L’arte del compromesso, negli ultimi mesi, ha preso più rilevanza, visto che i toni globali sono invero poco diplomatici, ma sulla questione turca la Merkel ha sempre gli occhi addosso. La comunità turca in Germania è molto ampia e la sensibilità nei confronti delle repressioni e dell’autoritarismo di Erdogan è più alta che in altri paesi.

 

Il quotidiano di sinistra di Berlino Tageszeitung, alias Taz, ha ora online un’edizione in turco e tedesco che dà ospitalità ai colleghi turchi, perseguitati dal regime di Erdogan. Secondo l’organizzazione non governativa turca P24, attualmente sono reclusi 148 giornalisti, mentre oltre cento testate sono state chiuse. “Dalle parole ai fatti” è il nome del progetto che ha dato il via al sito taz.gazete: alla raccolta fondi, per coprire le spese e pagare gli autori degli articoli, hanno aderito 650 soci della cooperativa Taz, mettendo insieme 110 mila euro, sufficienti per un anno. Ogni settimana vengono pubblicati circa cinque articoli: interviste, reportage, commenti, analisi su quel che sta accadendo in Turchia. Scriveranno giornalisti in esilio, anche l’ex direttore di Cumhuriyet (quotidiano nel frattempo chiuso), Can Dündar, sul quale pende una condanna a vita. Un piccolo segnale di solidarietà politica e umanitaria, non ce ne sono molti.

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