Gli Eagles of Death Metal all'Olympia (foto LaPresse)

Il ritorno degli Eagles of Death Metal a Parigi tra ricordi del Bataclan e "show catartico"

Mauro Zanon
“È il primo concerto del resto della mia vita”. La frase è di Emilie, una delle sopravvissute alla strage jihadista. Alle 21:10 gla band sale sul palco sulle note candide di “Il est cinq heures, Paris s’éveille” di Jacques Dutronc. Poi due ore di rock.

Parigi. “È il primo concerto del resto della mia vita”. La frase è di Emilie, una delle sopravvissute alla strage jihadista del Bataclan, che ieri sera con due amiche non è voluta mancare al gran ritorno degli Eagles of Death Metal nella capitale francese, a tre mesi dagli attentati terroristici di Parigi.

 

Il rendez-vous era per loro, per gli “amici parigini”, come ha detto il leader degli Eodm Jess Hughes, per scacciare assieme i demoni di quel 13 novembre, “in maniera catartica”. Quella di Emilie è la frase simbolo dello “show totale e catartico”, come racconta l’Obs, che il gruppo rock americano ha tenuto ieri all’Olympia, la più antica music hall della capitale francese ancora in attività. Sono venuti a “terminare il concerto” Jesse Hughes e le sue Aquile, non hanno suonato “Kiss the Devil”, la “chanson du drame”, ma hanno infiammato il pubblico parigino per più di due ore, in un vortice di emozioni durato quasi fino a mezzanotte.

 

Alle 21:10 gli Eagles salgono sul palco sulle note candide di “Il est cinq heures, Paris s’éveille” di Jacques Dutronc. Jesse, avvolto in un mantello, t-shirt nera, bretelle rosse e occhiali rosa, manda baci a non finire verso il pubblico che può facilmente leggere sulle sue labbra “I fuckin’ love you”.

 

Poi, giusto il tempo di gridare “Siamo qui per il rock e nessuno ce lo impedirà”, e all’Olympia inizia a risuonare “I Only Want You”, titolo faro dell’album Peace, Love, Death Metal, uscito nel 2004. Ma quasi subito si fermano, gli Eodm. Jesse si rivolge al pubblico: “Fermiamoci un istante per ricordare, poi riprenderemo a suonare”. Quell’istante dura novanta secondi, forse di più, forse non è ancora finito, una sciarpa con il tricolore francese dal pubblico finisce nelle mani di Jesse, che se la mette subito attorno al collo. Poi due ore no stop di rock liberatorio, “Je vous aime enfoirés” ripetuto senza sosta, la chitarra pittata di bleu-blanc-rouge, gli inviti a brindare per questa “vendetta” contro i “cattivi” che amano la morte più che la vita e tanta voglia di “andare oltre”.

 

[**Video_box_2**]Nel pomeriggio c’erano state le lacrime ripensando alla serata del Bataclan, la decisione di non riprendere la canzone “Kiss the Devil”, come molti fan avevano chiesto – “Non possiamo suonare Kiss the Davil, non sappiamo più dove vive questa canzone ormai e non c’è ragione per cercare di saperlo”, ha detto il frontman degli Eodm al Monde – ma c’era anche stata la dichiarazione d’amore di Jesse alla Francia, “Je suis français pour toujours”, e quel progetto, annunciato al Parisien, di incidere una canzone sugli attentati. “Ho già cominciato a scrivere per mettere tutta questa merda dentro”, ha dichiarato il leader degli Eagles al Parisien. “Creare questa canzone è come fabbricare una prigione per rinchiudere tutti i ‘méchants’, i cattivi dentro”. E un messaggio liberatorio rivolto a tutti: “Aspettatevi le canzoni più felici che abbia mai scritto. Un nuovo album uscirà presto. Sarà un’altra maniera per non lasciar vincere i cattivi”.

 

Tanto rock, tanti french kiss, tanta joie de vivre e un dito medio contro i ‘méchants’.