Jean-Marie Le Pen con la figlia Marine sul palco dell'evento del 1° maggio organizzato a Parigi dal partito (foto LaPresse)

In casa Le Pen è guerra totale: Marine sospende il padre Jean-Marie dal Fn

Mauro Zanon
Il partito francese è sempre più diviso. Il fondatore del Front national chiede che la figlia rinunci al cognome e delegittima la sua candidatura all'Eliseo. I sondaggi però danno ragione a Marine
Parigi. Non c’erano più i margini per ricucire, né le basi per immaginare una risoluzione pacifica dell’ennesima crisi familiare. E così Marine Le Pen ha deciso di silenziare e “sospendere temporaneamente” papà Jean-Marie dal Front national, in attesa di un congresso straordinario che si terrà nei prossimi tre mesi, durante il quale il fondatore del partito potrebbe essere escluso definitivamente, tramite l’abolizione dallo statuto frontista della carica di presidente onorario da lui attualmente ricoperta.

 

La decisione emessa lunedì dall’ufficio esecutivo, la più alta istanza del Front national (nota come il “governo” del Fn), rompe brutalmente la vetrina della boutique famigliare Le Pen e ci prepara a mesi di guerra totale con un Jean-Marie incontenibile e mai come ora intenzionato a ostacolare la figlia. Lunedì sera, in seguito all’annuncio del provvedimento, il patriarca della destra identitaria francese ha attaccato Marine denunciando il suo “tradimento” e promettendo di ricorrere a tutti gli strumenti possibili per “ristabilire la giustizia”. Vuole che non parli più a nome del Front national? Vuole veramente cacciarmi dalla creatura che ho fondato e guidato dal 1972? E allora “mi renda il cognome”, ha dichiarato lunedì Jean-Marie. “Mi vergogno che la presidente del Fn porti il cognome Le Pen”. “Può cambiarlo”, ha aggiunto “Menhir” con l’abituale vis polemica, “sposandosi con il suo concubino (Louis Aliot, vicepresidente del Fn, ndr) o con qualcun altro, perché no, Monsieur Philippot”. È quest’ultimo, uomo di punta del cerchio magico marinista e capofila dell’odiata ala gollista, il principale bersaglio degli attacchi di Jean-Marie: “So che Marine è attorniata da un certo numero di gollisti, che hanno origini diverse e che non sono nello spirito che ha attraversato il Front national per quarant’anni…per esempio Florian Philippot”. Il vicepresidente del Fn è colui che, fonte Canard Enchâiné, avrebbe obbligato Marine a sconfessare il padre in diretta su Tf1, mettendola davanti all’aut aut: o io, o lui, e se tuo padre resta, la tua corsa per l’Eliseo è già terminata. Ed è anche colui che, secondo molti, ha veramente in mano il partito. Fatto sta che ora Marine ha un nuovo avversario, fermamente deciso a ostacolarla: “Il futuro del partito era tra le mani della presidente del Fn, ne ha disposto in maniera scandalosa, non lo accetto”, ha dichiarato il padre, che ha poi aggiunto di essere anche contrario alla candidatura della figlia all’Eliseo, “se sono questi i principi morali che devono presiedere lo stato francese, sarebbe uno scandalo (…) Marine è anche peggio degli altri avversari politici, perché loro mi combattono frontalmente, lei mi combatte alle spalle”.

 

Jean-Marie giura di non volersi ritirare dalla vita politica e di essere pronto a combattere la figlia, ma ci sono due verità che meritano di essere evidenziate. La prima è che il fondatore del Fn non ha i mezzi, né la forza, per compattare una vera dissidenza alle sue spalle, per federare le anime nostalgiche del Front originario e andare a insidiare la leadership della figlia. È vero, come ha dichiarato lunedì, che lo scorso 1° maggio, quando Jean-Marie è salito sul palco improvvisamente e all’insaputa di Marine in occasione di un evento organizzato dal partito, è stato acclamato “senza equivoci”. C’è ancora una buona parte dell’elettorato che lo appoggia sul piano delle idee, sa ancora scaldare i cuori dei vecchi frontisti che non hanno la minima intenzione di lasciare il partito in mano a Philippot e ai gollisti. Ma è vero anche che quella vieille garde, quella base tradizionalista, ha già riposto le proprie speranze nella giovane Marion, la nipotina, la terza generazione Le Pen, plebiscitandola al congresso di Lione di novembre: basta lei, eccome, per fare da contraltare all’ala gollista del vicepresidente e contenere la sua smania di ‘delepenizzare’ il Front.

 

[**Video_box_2**]La seconda verità è che i sondaggi sono tutti a favore di Marine. L’ultimo realizzato da Bva per Orange e I-Télé evidenzia che solo il 2 per cento dei francesi desidera che l’ex leader frontista continui ad avere un’influenza sulla vita politica francese, il peggior risultato mai registrato da Jean-Marie. Sale invece al 26 per cento il numero di coloro che si dicono pronti a votare per Marine alle presidenziali del 2017. Infine, gravano sulla testa del patriarca della destra identitaria francese le grane giudiziarie. Il sito di inchieste Mediapart ha rivelato la scorsa settimana che Jean-Marie avrebbe avuto un conto nascosto presso la filiale di Ginevra della banca Hsbc, il cui tesoretto di 2,2 milioni di euro sarebbe poi stato dirottato verso la Compagnia bancaria elvetica (Cbh), attraverso un trust intestato al suo maggiordomo, Gérald Gérin.

Di più su questi argomenti: