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Il pregiudicato Davigo di nuovo condannato

Redazione

Confermata nell’appello bis la condanna dell’ex pm per rivelazione di segreto: un anno e tre mesi

La Corte d’appello di Brescia ha confermato la condanna dell’ex pm Piercamillo Davigo a un anno e tre mesi per rivelazione di segreto d’ufficio nella vicenda dei verbali di Piero Amara. Una parte della condanna era già stata dichiarata irrevocabile dalla Cassazione lo scorso dicembre. La Suprema Corte aveva disposto un appello bis soltanto per la parte della sentenza che riguardava la rivelazione a terzi dei verbali. I giudici d’appello hanno però confermato ora anche la condanna per questa condotta.

L’ex pm di Mani pulite è stato condannato in tutti e tre i gradi di giudizio per essersi fatto consegnare, nel marzo 2020, dal collega milanese Paolo Storari i verbali coperti da segreto degli interrogatori resi da Amara sulla fantomatica loggia Ungheria. Su questo, ha stabilito la Cassazione, la responsabilità penale di Davigo è irrevocabile: i verbali erano segreti e fu un reato farseli consegnare. Con la condanna d’appello bis Davigo è stato ritenuto colpevole anche per la rivelazione a terzi dei verbali. Dopo aver ricevuto i verbali secretati, infatti, l’ex magistrato ne rivelò il contenuto a svariati membri del Csm (di cui all’epoca faceva parte) e persino a un senatore, Nicola Morra.

La vicenda è paradossale perché certifica non solo la caduta del Davigo “moralizzatore” della vita pubblica italiana, ma anche dei capisaldi del pensiero davighiano: dopo aver denunciato per anni in televisione l’eccessivo numero di “impugnazioni pretestuose” avanzate in Italia dagli imputati contro le sentenze di condanna (“In Italia ci sono 90 mila ricorsi in Cassazione all’anno, in Francia ce ne sono mille!”), Davigo si è reso protagonista, in un solo processo, di ben tre ricorsi. Uno dopo la sentenza di primo grado e due in Cassazione (uno ordinario e uno straordinario). Dopo la condanna, l’avvocato Davide Steccanella, legale dell’ex pm, ha già annunciato la presentazione di un terzo ricorso in Cassazione. Sarà il quarto ricorso. Chissà se, una volta perso anche questo, Davigo deciderà di rivolgersi alla Cedu. Alla faccia delle impugnazioni pretestuose. 

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