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editoriali

Orbán ha due piedi e troppe staffe

Redazione

La confusione del premier ungherese tra Nato, benefici Ue e paura di Mosca

Il premier ungherese Viktor Orbán, durante il vertice informale di Copenaghen, è parso quasi nel panico. Sono anni che rilascia dichiarazioni contro i suoi colleghi europei che vogliono consegnare il mondo alla Terza guerra mondiale per aiutare l’Ucraina contro la Russia, ma nelle ultime settimane, dopo che Mosca ha iniziato a mandare  droni e caccia contro alcuni paesi dell’Alleanza atlantica, per Orbán è sempre più complicato conciliare la sua dipendenza da Mosca con il suo essere a capo di un paese membro della Nato e dell’Ue. Orbán accusa Bruxelles di voler la guerra e che siano paesi come l’Ungheria a pagarla. Il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjárto, ha definito il bilancio settennale dell’Ue un “bilancio ucraino” per sperperare il denaro degli europei in Ucraina. A Copenaghen, i leader dei paesi membri non sono riusciti a concludere molto ma Orbán era agitato, ha rilasciato molte dichiarazioni sulla follia dei suoi colleghi bellicisti.

In uno di questi interventi a favore di telecamere ha detto: “Spendiamo tutti più della Russia in armamenti, quindi perché abbiamo paura? Siamo più forti di loro”. Una frase impensabile da parte di un  sostenitore dell’intoccabilità dell’orso russo e della sua macchina da guerra infallibile. Eppure, in stato di confusione, a Copenaghen ha iniziato a  sostenere il contrario, ossia che sono gli europei a essere forti: che bisogno c’è di intraprendere azioni per contenere Mosca? Mentre Orbán parlava e difendeva inconsapevole la necessità di spendere per la Difesa, è comparso al suo fianco il primo ministro polacco Donald Tusk che gli ha detto, ridendo: “Mi piace quando usi i miei argomenti”. In uno scambio su X, Tusk ha poi ricordato a Orbán che è stata la Russia a iniziare la guerra. E Orbán gli ha risposto che se la Russia e l’Ucraina sono in guerra, l’Ungheria non è lo: “Cerchi di vincere una guerra che ritieni tua”, ha scritto accusando il premier polacco. Per Orbán tenere i piedi in tante staffe inizia a essere sempre più complicato, e teme diventi anche meno redditizio. 

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