
Ansa
Editoriali
Separare le carriere non è di destra
Una riforma sacrosanta che la sinistra ha regalato agli avversari. Il caso del 2019
Ieri il Senato ha approvato la riforma della giustizia voluta dal governo Meloni: separazione delle carriere tra giudici e pm, riforma del Csm con sorteggio parziale. Una svolta importante. Eppure, più che la destra che vince, colpisce la sinistra che perde – contro sé stessa. Perché questa riforma non è di destra. O meglio: non lo era. Nel 2019, durante il congresso del Pd, Maurizio Martina scriveva nero su bianco che “il tema della separazione delle carriere appare ineludibile per garantire un giudice terzo e imparziale”. Sottoscrivevano con lui Delrio, Guerini, Orfini, Malpezzi, Verducci, Serracchiani (oggi responsabile giustizia del Pd). Oggi, gli stessi alzano barricate. Cos’è cambiato? Il governo.
La riforma approvata ieri (ora si andrà in seconda lettura alla Camera) prevede due carriere distinte, due Csm separati, e un meccanismo di selezione misto, con parte dei membri estratti a sorte tra avvocati e docenti. Un tentativo (serio o meno, si vedrà) di scalfire il potere delle correnti. Ma invece di discuterne nel merito, la sinistra ha preferito un riflesso pavloviano: se lo propone Meloni, allora è un attacco alla Costituzione. Così facendo, ha regalato alla destra una battaglia che avrebbe potuto guidare. Ha abbandonato il garantismo per paura di sembrare debole. E ha lasciato che fosse Carlo Nordio – ex magistrato, liberale – a rivendicare la terzietà del giudice come principio moderno. Un paradosso grottesco: mentre la sinistra difende l’assetto corporativo e auto-referenziale della magistratura, la destra può oggi ergersi a paladina della giustizia terza. E con buone carte in mano: perché, piaccia o no, l’attuale sistema – con pm e giudici colleghi di scrivania – un problema ce l’ha. Il garantismo non ha colore. Ma l’ autolesionismo sì. E il Pd, anziché rivendicare la propria storia riformista, preferisce far finta di non ricordarsela. A.A.A. Cercasi sano riformismo a sinistra. Astenersi perditempo giustizialisti.