
Editoriali
Merz vuole davvero chiudere il Nord Stream 2
Nell'18 esimo pacchetto di sanzioni il cancelliere dice sì allo stop al gas russo (e alle trame americane). Merz però frena sulla consegna dei missili Taurus all'Ucraina
Barra al centro (destra) per il neocancelliere tedesco Friedrich Merz. Nella migliore traduzione renana, l’avvocato 69enne è un filoamericano, già presidente dell’associazione Atlantik-Brücke (il Ponte atlantico). Ma in un paese in cui almeno tre partiti (AfD, die Linke, Bsw) sono più o meno apertamente filorussi e in cui due ex cancellieri (Gerhard Schröder e Angela Merkel) hanno legato l’industria tedesca agli idrocarburi russi, la disponibilità di Merz a mandare in pensione il Nord Stream ha sorpreso molti. Il cancelliere tedesco sarebbe infatti favorevole alla proposta della Commissione europea di Ursula von der Leyen – anche lei tedesca e anche lei della Cdu – di chiudere il gasdotto diretto russo tedesco Nord Stream 2 nel quadro del 18esimo pacchetto di sanzioni antirusse allo studio a Bruxelles. Considerato che tre delle quattro pipeline dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono state danneggiate a settembre 2022 e che il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione, si tratterebbe di una pietra tombale sulla tanto criticata dipendenza energetica tedesca dalla Russia. Una sfida lanciata al partito trasversale filorusso (solo i Verdi odiano il gas quasi più di Vladimir Putin) ma anche ai trumpiani che speravano di farsi garanti, a pagamento, della ripresa dei flussi del Nord Stream. Una sfida anche agli alleati della Spd un po’ più filorussi del cancelliere? Solo in parte, perché il pragmatico Merz, che pure punta a fare della Bundeswehr il più forte esercito convenzionale d’Europa, che promette sostegno militare a polacchi e baltici, ha anche tirato il freno sulla consegna dei missili Taurus all’Ucraina. “Non adesso”, ha detto in tv, e comunque sia “il governo federale non commenterà e discuterà più pubblicamente i dettagli delle forniture di armi”. Il cancelliere che ha voluto un ministro degli Esteri del proprio partito per la prima volta in sessant’anni si è messo al centro dello scacchiere.