Editoriali
Il Piano strutturale di bilancio è appesantito dal Superbonus
Giorgetti ricava margini per la legislatura rinviando un po’ di aggiustamento
Dopo aver esaminato la versione finale in Cdm, il governo ha trasmesso il Piano Strutturale di Bilancio (Psb) al Parlamento. Il documento illustra la traiettoria della “spesa primaria netta”, il nuovo indicatore di finanza pubblica monitorato dalla Commissione che, secondo le indicazioni di Bruxelles, dovrà crescere dell’1,5 per cento annuo nei prossimi 7 anni. La media è il prodotto di una traiettoria ascendente fino all’1,9 per cento nel 2027 e discendente fino all’1,1-1,2 per cento del 2030-31. Vuol dire, in sostanza, che il governo Meloni si è tenuto dei margini un po’ più ampi fino alla fine della legislatura, scaricando una buona parte dell’aggiustamento sul governo che verrà. Il dato positivo, come già annunciato dal ministro Giancarlo Giorgetti, è che il deficit scenderà più rapidamente rispetto alle previsioni del Def consentendo all’Italia di uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo già nel 2026, quando il deficit scenderà al 2,8 per cento.
La traiettoria del debito pubblico, invece, è fuori sincrono: nonostante l’aggiustamento dei conti, continuerà a salire per effetto dei bonus edilizi. Sebbene la revisione dei conti dell’Istat abbia abbassato il punto di partenza, con un rapporto che nel 2023 è al 134,8 per cento del pil rispetto al 137,3 per cento precedentemente stimato, il debito salirà nei prossimi anni fino al 138,3 per cento nel 2026. Sono le conseguenze del Superbonus, che si abbatte in maniera crescente sul debito pubblico: da 25 miliardi nel 2023 fino a circa 40 miliardi ogni anno fino al 2027, ultimo anno della legislatura, quando tornerà a diminuire in linea con il nuovo Patto di Stabilità che richiede una riduzione di almeno un punto di pil ogni anno. Solo a fine corsa il governo Meloni finirà di pagare i debiti della legislatura precedente, lasciando però in eredità a chi arriverà un aggiustamento sulla spesa netta concordato con la Commissione fino al 2031. Ma ora per Giorgetti viene la cosa più complicata: trovare le coperture per restare nei confini del suo Psb.