Ansa
la difesa di domani
Leonardo lancia Michelangelo Dome, la cupola aerea per l'Italia. La polemica sulla leva militare
L'ad Cingolani presenta il nuovo progetto di difesa aerea integrata. Intanto Crosetto annuncia una proposta di legge sulla leva volontaria. Conte: “Mandano i giovani in guerra”
Dai missili ipersonici ai droni. L’obiettivo è difendere infrastrutture critiche, aree urbane e obiettivi sensibili, in Italia e in Europa. E’ con questa esigenza, e con modalità innovative, anche grazie all’intelligenza artificiale, che nasce Michelangelo – The security dome, il progetto di difesa integrata che Leonardo ha messo in cantiere. “Sarà disegnato con le forze armate”, ha spiegato Roberto Cingolani, presentando il nuovo sistema. E d’altra parte lo scorso maggio era stato il capo di stato maggiore Luciano Portolano, intervenendo in commissione Difesa alla Camera, a dire che “dotarsi di un Iron dome” è una priorità per l'Italia. Lo schema del Michelangelo dome va in questa direzione.
“La pace va difesa e non è gratis”, ha ricordato l’amministratore delegato della principale industria italiana della difesa. E mentre tra Russia e Ucraina si intravedono spiragli di tregua, è l’allarme lanciato dall’ad, “non sta finendo la guerra, ma ne sta iniziando una nuova. I prossimi anni di pace apparente potrebbero permettere agli aggressori di costruire armi che sono difficili da neutralizzare: mai come adesso bisogna investire nella difesa”. Altrimenti, il rischio è che “ci sterminano”.
In questo quadro dunque la nuova “cupola”, dicono da Leonardo, è “un architettura completa” che potrà integrare “sensori navali, spaziali, terrestri e spaziali di nuova generazione”, ma anche “piattaforme di difesa cyber e intelligenza artificiale”. E, una volta operativa, dovrebbe essere in grado di rispondere e neutralizzare attacchi “di missili ipersonici e sciami di droni”, attacchi marini, sottomarini e terrestri. Il sistema, che potrebbe essere operativo già a fine 2027, sarà aperto e si rivolge ai contributi europei e dei paesi dell’Alleanza occidentale. Per Cingolani, “può diventare il primo modello open, la prima architettura aperta di Air Defense dome nel mondo. Non c’è niente come questo: può ospitare qualunque altro paese che abbia voglia di entrarci, nello standard Nato, traghettando al minimo, senza considerare tecnologie che stiamo sviluppando nuove, circa 200 miliardi nei prossimi 10 anni”. Nella visione dell’ad si tratta anche di un nuovo tassello verso quel processo di Difesa comune europea, in cui le aziende hanno un ruolo trainante, andando oltre le difficoltà politiche tra singoli paese. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, a Parigi, ha definito l’iniziativa targata Leonardo come un altro passo importante verso la creazione di uno scudo europeo.
Il progetto arriva inoltre in un quadro geopolitico sempre più complicato a cui si sommano, come ha denunciato lo stesso Crosetto, i pericoli della guerra ibrida. E se negli scorsi giorni il titolare della Difesa italiana aveva sottolineato la necessità di nuove risorse, umane e non, per difendersi dai conflitti asimmettrici, oggi ha annunciato che presto presenterà in Consiglio dei ministri, e poi in Parlamento, un ddl sul servizio militare. Anche il presidente francese Emmanuel Macron ha spiegato che la Francia ripristinerà la leva volontaria, per rispondere alla crescenti minacce. Crosetto si muove dunque nello stesso solco, attraverso una legge “che garantisca la difesa del paese nei prossimi anni e che non parlerà soltanto del numero di militari ma proprio di organizzazione e di regole”. Si tratta di una schema che in qualche modo “non è molto diverso da quello tedesco, perché prevede una volontarietà”, ha detto il ministro auspicando poi che le nuove, eventuali norme, possano essere il più condivise possibili dalle altre forze politiche. Ma la proposta ha scatenato le proteste dell’opposizione (oltre a qualche dubbio in alcuni esponenti della maggioranza). Il Pd si è detto subito contrario. Per Giuseppe Conte, leader del M5s, Crosetto “vuole mandare i nostri giovani in guerra”. Mentre secondo Angelo Bonelli, che cita l’aumento delle spese militari, “il governo sta portando l’Italia verso una vera e propria economia di guerra. Non ci sono più dubbi”.