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Il Colloquio
Stablecoin: per la Bce il vero rischio è il Genius Act di Trump
Tra Genius Act e Big Tech, i token denominati in dollari possono diventare un vero problema per l'euro area. E Nicola Bilotta (Iai e Eui) avverte: il regolamento Micar sulle cripto è nato per tutelare i consumatori, non per mitigare i rischi sistemici alla stabilità finanziaria
Per la Bce, nell’ultima Financial stability review, l’impatto delle stablecoin sulla stabilità finanziaria dell’area euro è per ora giudicato “limitato”. Secondo l’istituto queste valute digitali non sono ancora entrate nei pagamenti di tutti i giorni, non hanno provocato deflussi rilevanti di depositi e, essendo quasi tutte denominate in dollari, restano poco “intrecciate” con l’economia europea. Il mercato globale vale oltre 280 miliardi di dollari e alcune stime parlano di un valore grande quanto il pil italiano (2.200 miliardi) entro il 2028. Il 99 per cento è denominato in dollari, con Tether (Usdt) e Circle (Usdc) a concentrare la gran parte dell’offerta.
“Non vedo molti motivi per cui un cittadino europeo dovrebbe usare le stablecoin tutti i giorni, se non per pagamenti tra persone (P2p) nel caso in cui venissero integrate su WhatsApp”, spiega al Foglio Nicola Bilotta, esperto di fintech presso l’Istituto Affari Internazionali e la Florence School of Banking dell’Eui di Fiesole. Per l’analista “il vero rischio sistemico emergerebbe se venissero inglobate in grandi conglomerati tecnologici”. In uno scenario del genere il rischio e lo spauracchio della Bce non è solo per il pagamento in stablecoin in sé (che avverrebbe in dollari, in Europa, senza magari rendersene conto), ma la capacità delle Big Tech di spostare in massa transazioni fuori dal circuito bancario. L’idea non sarebbe rivoluzionaria: in Cina, attraverso WeChat, centinaia di milioni di utenti usano già il loro equivalente di Whatsapp per pagare al ristorante o restituire una quota della cena agli amici, come si fa qui con Paypal o Revolut.
La Bce però si pone un altro interrogativo: cosa succederebbe ai depositi bancari se le stablecoin iniziassero a competere con i conti correnti? “Una crescita significativa della domanda potrebbe causare un deflusso dei depositi al dettaglio, riducendo un’importante fonte di finanziamento per le banche e aumentando la volatilità”, avvertono gli economisti della banca. Ma il rischio sistemico per l’area euro non viene solo dai numeri: il caso che più preoccupa Francoforte al momento è l’emissione multipla dello stesso token da parte di un’entità Ue e di una in un paese terzo. In questo caso, per l’utente la stablecoin è ugualmente fungibile, ma le riserve vigilate in Europa potrebbero non bastare a coprire tutte le richieste di rimborso in caso di corsa agli “sportelli”. Già a settembre la presidente Christine Lagarde aveva lanciato un monito alle altre istituzioni europee e globali, chiedendo più collaborazione. Forse l’appello non ha funzionato, perchè gli economisti della Bce sono tornati a sottolinearlo: “Le discrepanze globali fra giurisdizioni costituiscono la principale fonte di rischio per l’area dell’euro”.
Qui, teoricamente entra in gioco Micar, il regolamento europeo sulle cripto-attività, che vieta il pagamento di interessi sui token e impone che almeno il 30 per cento delle riserve resti in depositi bancari. “Il problema è che questa è una normativa pensata più per tutelare i consumatori che per mitigare i rischi sistemici”, osserva Bilotta, "Da qui nasce il confronto tra il direttorato generale della stabilità finanziaria della Commissione (Fisma) e la Bce: per Fisma Micar è già sufficiente, per Francoforte no. La causa delle frizioni è una discussione strategica sul bilancio tra una regolamentazione più stringente e altre giurisdizioni che portano innovazione come il Genius Act". Il Genius Act imporrebbe una copertura 1:1 in dollari o Treasury a breve, obblighi di trasparenza sulle riserve e il divieto di offrire interessi ai detentori. Misure che renderebbero le stablecoin più sicure, perchè come: “Molti emittenti di stablecoin restano opachi sui loro portafogli”, nota Bilotta. Dall’altro lato però il Genius Act, una volta in azione, le consoliderebbe anche come veicolo strutturale di domanda per il debito pubblico Usa, rafforzando allo stesso tempo il ruolo internazionale del dollaro.
In Europa, intanto, alcune grandi banche (Ubs, Goldman Sachs, Bnp Paribas) hanno messo sul tavolo l’idea di una stablecoin denominata in euro: “E’ anche questo, teoricamente, uno strumento per mitigare i rischi sistemici delle stablecoin in dollari, stimolando la nascita di alternative europee”, commenta Bilotta. Il focus deve essere soprattutto sui casi d’uso nel mercato all’ingrosso, anche attraverso progetti della Bce come Pontes e Appia che puntano a integrare i diversi strumenti fintech nelle infrastrutture della banca centrale. “Altrimenti quei pagamenti avverranno comunque, ma fuori” sottolinea l‘esperto.
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