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Piccole e medie imprese

Un Patto per lo sviluppo: gli artigiani del Veneto guardano al voto e al 2030

Soltanto attraverso una profonda inversione di tendenza nei rapporti tra impresa e politica il sistema veneto potrà ripartire. Negli anni passati i due mondi hanno spesso viaggiato in parallelo. Oggi le condizioni non lo consentono più: è tempo di fare squadra

C’è un Veneto del quale si parla poco. E’ un Veneto di paure per il futuro alimentate da dati che non lasciano certamente dormire sonni tranquilli. C’è un sistema produttivo, soprattutto quello delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dello sviluppo regionale per decenni, che guarda con profonda apprensione al futuro. Accesso al credito, esportazioni e dazi, innovazione, passaggio generazionale: sono questi i nodi, non ancora sciolti, che stanno producendo dei contraccolpi, a tratti addirittura fatali, nel sistema imprenditoriale e, in particolar modo, in quello artigiano. L’alta qualità dell’artigianato veneto rimane un’ancora di salvataggio, ma i segnali che anche questo elemento così forte e caratterizzante rischi di non essere più sufficiente, ci sono tutti. Quello che fa maggiormente paura, e di cui si parla poco, è il futuro, la prospettiva. Un dato per tutti: in Veneto negli ultimi dieci anni sono “scomparse” 7.368 imprese condotte da under trentacinque. Praticamente manca, e mancherà, un’intera generazione.

 

Proprio per questo, in vista delle lezioni regionali di domenica e lunedì, la Cna del Veneto ha voluto incontrare i due principali candidati alla presidenza per condividere, con entrambi, un programma in cinque mosse per provare ad affrontare la situazione, magari scacciando un po’ di paure. Cinque pilastri del “Patto per lo Sviluppo Veneto 2030” per rilanciare il sistema regionale sperando, nel contempo, che una mano arrivi effettivamente, e per tutti.

 

Gli artigiani veneti hanno chiesto ai due candidati alla presidenza della Regione di investire in competitività, ovvero di accompagnare la transizione digitale e green delle imprese, garantire più credito per far crescere e valorizzare il ruolo dell’artigianato. Si sono, poi, occupati di Infrastrutture e territorio perché si torni a investire su collegamenti efficienti, logistica integrata, banda ultralarga e sostenibilità per un Veneto sempre più connesso e attrattivo. Il passaggio generazionale rimane al centro delle preoccupazioni e per questo Cna ha chiesto alla Regione che verrà, di sostenere i giovani che vogliono subentrare o avviare nuove imprese attraverso strumenti stabili, come un “Fondo staffetta” dedicato e incentivi fiscali. Lavoro e welfare restano in primo piano con la necessità di rafforzare il dialogo sociale, favorire la buona contrattazione e promuovere un sistema di welfare territoriale integrato, capace di rispondere ai bisogni delle persone e delle imprese. Per continuare, poi, ad essere delle eccellenze c’è bisogno di formazione e competenze, avvicinando la scuola, l’università e l’impresa, valorizzando il ruolo del maestro artigiano e costruendo reti di competenze diffuse sul territorio.

 

Soltanto attraverso una profonda inversione di tendenza nei rapporti tra impresa e politica il sistema veneto potrà ripartire. Negli anni passati, infatti, i due mondi spesso hanno viaggiato, entrambi con successo, parallelamente. Oggi le condizioni non lo consentono più ed è tempo di fare squadra, come dice la Cna, con un “Patto per lo Sviluppo Veneto 2030”, per una Regione più forte e competitiva.

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