(foto Ansa)
la sfida
Perché la nomina di un assicuratore (molto gradito a Fdi) nella Piccola impresa apre un doppio problema
La corsa alla guida della Piccola Industria divide Confindustria: tra Lampugnale, imprenditore siderurgico e Bianchi, assicuratore vicino a FdI si decide il futuro delle Pmi in un momento di forte incertezza
Può un agente assicurativo diventare vicepresidente della Confindustria nazionale? In barba anche al buon senso della rappresentanza pare proprio di sì. In questi giorni infatti dentro alle segrete stanze dell’associazione degli industriali privati non si discute solo di legge di Bilancio e di risposte del governo ma anche tanto di Pmi. Per la precisione del rinnovo della presidenza della Piccola Industria che rappresenta circa il 90 per cento degli associati e che dà diritto automaticamente a ricoprire la carica di vicepresidente della Confindustria nazionale. Si vota il 27 novembre e si dovrà scegliere tra due candidati, il campano Pasquale Lampugnale e il laziale Fausto Bianchi.
Ma mentre il primo è un imprenditore siderurgico e opera anche nel settore delle costruzioni con una ventina di milioni di fatturato complessivo, il secondo si occupa di polizze anche se ha già scalato la presidenza di Unindustria Latina. Molti all’interno dell’associazione considerano l’eventuale (e molto probabile) scelta di Bianchi un vulnus perché inserirebbe alla testa dei piccoli imprenditori una figura estranea a questo tipo di business e, diciamolo pure, di preoccupazioni. Non è una stagione d’oro per le Pmi e da più parti - non ultimo quella bancaria - si avanza il tema della dimensione come primo strumento di difesa. Insomma per sopravvivere bisogna diventare più grandi o aggregarsi con dei concorrenti. Tema delicatissimo che la stagnazione rimette in ballo. Ma come potrà la Confindustria affrontare questa svolta se il presidente della Piccola è un assicuratore? E’ vero che recentemente Bianchi ha sottoscritto il 3 per cento del capitale sociale della start up BlueSHield Technology ma si tratta di un’attività nata un paio di anni fa e ancora inattiva. In più l’investimento di Bianchi sembra essere stato di soli 3 mila euro. Lampugnale ha dalla sua un discreto pedigree confindustriale avendo diretto la Piccola della Campania, i giovani imprenditori di Benevento ed essendo uno dei vice presidenti uscenti. Nei suoi confronti però Bianchi però ha un altro vantaggio, che forse si rivelerà decisivo: in tempi di neo-collateralismo confindustriale viene da una famiglia molto legata a Fratelli d’Italia. Il che evidentemente non solo non guasta ma anche aiuta. Il padre, Vincenzo Bianchi, è un ex parlamentare ed è un riferimento-chiave sul territorio per gli eletti in Parlamento dell’area pontina. Il fratello, Flavio, è stato candidato al Consiglio comunale per Fratelli d’Italia e lo stesso Fausto è stato più volte inserito tra i papabili per questa o quella candidatura di partito. Ma sembra che gli possa andar meglio nell’associazionismo.
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