L’ad di Unicredit Andrea Orcel (LaPresse)

Ricorso di Unicredit

Mariarosaria Marchesano

Orcel si appella al Consiglio di Stato per il golden power su Bpm. Nuove mosse in vista?

Un colpo di scena nel risiko bancario potrebbe aprire nuove prospettive. Il gruppo Unicredit guidato da Andrea Orcel ha fatto ricorso al Consiglio di stato contro la sentenza del Tar del Lazio sul golden power opposto dal governo Meloni per l’acquisizione di Banco Bpm. La mossa desta qualche sorpresa, poiché Unicredit ha sempre sostenuto che il Tribunale amministrativo avesse in buona parte smontato i paletti posti da Palazzo Chigi. Tant’è che il ricorso al Consiglio di stato era stato indicato come una strada che avrebbe potuto percorrere il governo e non la banca. Ma qualcosa deve essere cambiato nelle valutazioni di Unicredit, non ultimo il fatto che di recente ha annunciato di stare per completare la sua uscita dalla Russia, punto sul quale il Tar non si era espresso e che per il governo è sempre stato prioritario. Come se Unicredit dicesse: trovatemi adesso una sola ragione per cui non dovrei poter fare l’operazione con la banca milanese.

 

Al di là degli aspetti tecnici, la mossa di Orcel trova il pieno sostegno dell’Unione europea, che anche ieri ha espresso la sua contrarietà al fatto che la politica, non solo in Italia, stia interferendo con le fusioni bancarie pregiudicando il processo di formazione del mercato unico dei capitali. Non è un caso che il tema della protezione dei confini domestici, emerso anche in Germania e Spagna, potrebbe essere discusso, secondo quanto riferito da un portavoce di Bruxelles, alla riunione dei ministri delle Finanze che si tiene domani.

Difficile dire se il ricorso al Consiglio di stato possa mettere Unicredit, in caso di accoglimento, nelle condizioni di riprovarci con Bpm poiché quest’ultima, nel frattempo, ha trovato un nuovo assetto azionario con la francese Crédit Agricole come primo azionista. Vero è che l’ad di Bpm, Giuseppe Castagna, ha proprio in questi giorni escluso la possibilità di una fusione con la divisione italiana del Crédit. Vero anche che se Orcel si facesse di nuovo avanti dovrebbe vedersela con il gruppo d’Oltralpe. Ma non è detto che questa eventualità lo spaventi.