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Decreto caro-bollette rinviato di nuovo per lo scontro tra due ministeri

Redazione

Il Cdm si è concluso senza l'attesissimo decreto Energia. Il nodo è quello delle aree idonee, quelle contese tra i produttori di energia che installano pannelli fotovoltaici e gli agricoltori, su cui già in passato Pichetto Fratin e Lollobrigida si erano scontrati

Mentre a Bruxelles il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin festeggia l’accordo sui target climatici europei al 2040, a Roma s’è concluso un nuovo – l’ennesimo – Consiglio dei ministri senza l’attesissimo decreto Energia. Annunciato per la prima a volta a giugno, il provvedimento doveva essere approvato “entro fine luglio”. Ma arrivati all’autunno non se ne scorge ancora traccia. Ottobre è stato certamente il mese più turbolento. Pichetto Fratin aveva dichiarato che il decreto sarebbe stato pronto entro la metà del mese, poi la settimana successiva, poi la prima di novembre. A sfuggire al controllo del Mase è la trattativa con il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che al giornale Staffetta Quotidiana ha detto qualche settimana fa: “Il decreto si sbloccherà quando avremo garanzie che si possa produrre energia verde senza sacrificare terreno che invece deve essere destinato all’agricoltura”.

 

Il nodo è quello delle aree idonee, appunto, quelle contese tra i produttori di energia che installano pannelli fotovoltaici e gli agricoltori, su cui già in passato i due ministeri si erano scontrati. Ma il provvedimento contiene anche altro. Nel pacchetto si affronta il tema costi dell’energia attraverso nuovi incentivi e riduzioni dei costi per le imprese energivore, ci sono alcuni bonus per famiglie e piccole imprese, norme per favorire lo sviluppo delle rinnovabili attraverso semplificazioni delle regole per installare impianti e utilizzare meglio le reti elettriche. Ci sono poi misure su gas e biometano e altre per sostenere la cattura e lo stoccaggio della CO2. Eppure, in una fase critica per le imprese, sulla bilancia degli interessi al momento prevalgono quelli degli agricoltori. Nel silenzio, tra l’altro, dell’opposizione, che non ha mai incalzato il governo sul ritardo del dl Energia. “Valuteremo settimana prossima”, ha detto ancora una volta Pichetto Fratin a margine del Consiglio europeo. Si spera a questo punto che la scadenza originariamente indicata – “entro fine luglio” – non si riferisse a luglio del 2026.