Friedrich Merz (Ansa) 

tutto il mondo è paese

Sulle pensioni l'Italia può dare lezioni di austerità alla Germania

Daniel Mosseri

Il governo nero-rosso del cancelliere moderato Friedrich Merz e del suo vice e ministro socialdemocratico delle Finanze Lars Klingbeil sembra interessato a tutelare solo i pensionati di oggi. L'economista Guido Raddatz guarda al sistema italiano: "Dovremmo far salire l’età pensionabile e legarla all’aspettativa di vita, mi pare molto sensato”

Ha fatto bene o ha fatto male il governo italiano a congelare l’aumento dell’età pensionabile nel 2027 per i lavori gravosi o usuranti? Una domanda quasi incomprensibile per i nostri alleati e partner economici più vicini: la Francia e la Germania. Due paesi con problemi demografici analoghi a quello italiano (oltralpe in verità si fanno un po’ più figli che in Italia, ma sempre meno del tasso di sostituzione): fertilità ai minimi, natalità fiacca e una popolazione di teste grigie sempre più grande e sempre più anziana in virtù anche di sistemi sanitari di prim’ordine. Due paesi, dunque, come l’Italia, con un numero crescente di pensionati ma due paesi, a differenza del nostro, che non si preoccupano della sostenibilità del proprio sistema previdenziale e non fanno nulla per metterci una pezza.

A Parigi il primo ministro Sébastien Lecornu è riuscito a salvare poltrona e governo impegnandosi a non riformare il sistema pensionistico. E la Germania? La politica degli ultimi lustri ci ha insegnato che l’austerità proiettata (e percepita) è maggiore di quella esercitata in casa. Adesso poi che Verdi e Liberali, una volta indicati come i partiti delle nuove generazioni, sono all’opposizione, il governo nero-rosso del cancelliere moderato Friedrich Merz e del suo vice e ministro socialdemocratico delle Finanze Lars Klingbeil sembra solo interessato a tutelare i pensionati di oggi. Merz, che si vuole papà del rilancio della Germania, sa che il sistema attuale non è sostenibile ma la sua (non tanto) Grosse Koalition ha partorito un topolino: allo studio c’è l’idea di incentivare i pensionati a lavorare più a lungo defiscalizzando i primi 2 mila euro mensili di introiti post pensione.

“In effetti aumentare l’età pensionabile è una misura molto impopolare”, conviene l’economista Johannes Geyer, vicecapo del Dipartimento di economia pubblica presso il Diw di Berlino. “Quindi ora i partiti parlano di rendere più flessibile la combinazione tra pensione e lavoro”. Ma 24mila euro esentasse sono una misura-tampone “che non salverà né il sistema né il problema della carenza di manodopera”. Perché secondo le stime se questa misura diventerà legge coinvolgerà al massimo 100 mila lavoratori; 10 mila secondo i pessimisti. Oggi per andare in pensione servono 35 anni contributi e 63 anni di età, dal 2030 ci vorranno 67 anni. Al momento il sistema regge, aggiunge Geyer, tant’è che per quest’anno e quello successivo il prelievo previdenziale sugli stipendi dei dipendenti resterà fermo al 18,6 per cento (diviso a metà fra datore di lavoro e lavoratore), ma dal 2028-2029, quando la “gobba” dei baby-boomer in uscita si farà sentire di più, la percentuale è destinata a crescere.

Per Geyer la Germania dovrebbe puntare su sistemi pensionistici “come quello britannico o quello svedese”, composti da più pilastri che uniscono i contributi versati all’Inps nazionale con quelli investiti in diversi fondi dal dipendente. Anche la politica, conclude l’economista del Diw, se ne sta occupando, “ma nessuno vuole prendere decisioni: una commissione ad hoc inizierà a lavorare il prossimo anno e forse produrrà un rapporto nel 2027... e poi non ci sarà il tempo per una riforma prima delle elezioni”. E’ d’accordo Guido Raddatz, economista della Stiftung Marktwirtschaft (“Fondazione economia di mercato”) di Berlino. “Oggi le cose vanno bene ma tutti gli studi ci dicono che presto il sistema pensionistico tedesco non sarà più sostenibile” e il problema non dipende solo dalla “gobba” dei baby-boomer “che è solo la questione più urgente e visibile”, ma si proietterà anche negli anni ‘60 e ‘80. Bacchettata politica dunque anche ai cristiano-sociali bavaresi, la Csu, impegnata a far salire la Mutterrente, la pensione di chi ha tirato su i propri figli.

A Raddatz piace invece il sistema italiano: “Dovremmo far salire l’età pensionabile e legarla all’aspettativa di vita, mi pare molto sensato”. Altro punto che sta a cuore allo studioso è la crescita dell’immigrazione: “Ci servono immigrati qualificati che possono pagare per se stessi e non persone che migrano dentro al sistema del welfare”. E la proposta della maggioranza di defiscalizzare 24mila euro all’anno per i pensionati-lavoratori? “Se tagli quelle tasse vuol dire che le fai ricadere su qualcun altro. Sarebbe molto più utile far lavorare di più le donne e avere più lavoratori a tempo pieno”. Perché tutto il mondo è paese.

 

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