 
                Maroš Šefcovic (foto LaPresse)
Editoriali
Per l'export l'Italia deve puntare sull'Ue
Šefcovic: nel mondo dei dazi il mercato unico è la leva negoziale dell’Europa
In audizione ieri al Senato, il commissario Ue al Commercio Maroš Šefcovic ha spento le illusioni: “L’età del romanticismo è terminata. Osserviamo sempre più l’esercizio della forza nei rapporti commerciali”. Dallo stato di diritto al diritto del più forte: le dipendenze vengono strumentalizzate e la forza negoziale è protagonista. Per l’Italia il commercio resta motore di crescita: 322,6 miliardi di euro di export nei primi sei mesi del 2025 (seppur gonfiato dal front loading). Ora è inevitabile che la frammentazione commerciale e i dazi americani impattino sull’economia.
Šefcovic, però, ammette che con i negoziatori statunitensi, almeno rispetto allo scorso febbraio, il clima è sicuramente più disteso. I dazi sull’acciaio e sui derivati hanno creato “uno sconvolgimento profondo” e stanno alimentando incertezza. Per cui serve continuare il dialogo con Washington, ma non solo. Lo spunto lo offre l’intesa annunciata da Stati Uniti e Cina, una mini distensione: gli Usa tagliano di 10 punti percentuali i dazi per il fentanyl, e Pechino rinvia di un anno le restrizioni sulle terre rare, impegnandosi a comprare soia ed energia.
L’accordo smorza la tensione globale, ma non elimina la forte competizione e la frammentazione dal punto di vista europeo. Per l’Ue restano aperti i dossier su magneti, terre rare, componenti e chip. Dunque Bruxelles mantiene un profilo di cautela, riconoscendo la forza negoziale di Xi. Per questo Šefcovic insiste sulla leva del mercato unico e sulla diversificazione: “Ogni automobile europea ha bisogno di mille chip. Abbiamo chiesto a Pechino di trattare le aziende europee come noi trattiamo quelle cinesi qui”. Il punto del discorso di Šefcovic è operativo: il mercato europeo ha una “leva maggiore” rispetto alle intese bilaterali. Per il commissario, anche l’Italia ha tutto l’interesse a scommettere sull’Unione: “Grazie agli accordi di libero scambio dell’Ue, l’Italia sarà in grado di raggiungere l’obiettivo i 700 miliardi di esportazioni”.
 
                             
                                