La salvifica moneta
L'asse cordiale tra Mattarella e Panetta per una Bce davvero amica dell'Ue
Il presidente della Repubblica e il governatore della Banca d'Italia lodano il ruolo dell'Euro e invitano a guardare alla moneta unica per aver fiducia nel futuro dell'Unione
“La Bce ha assolto con successo il proprio mandato anche in momenti difficili, operando con indipendenza, con senso di responsabilità, con riconosciuta integrità, al servizio dei cittadini europei”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto il Consiglio direttivo della Bce in corso tra ieri e oggi a Firenze secondo la tradizione dell’Eurotower che prevede periodicamente riunioni nelle principali città europee. Mattarella ha ringraziato personalmente la presidente Christine Lagarde, e tutti i componenti del Consiglio arrivati ieri pomeriggio a Palazzo Corsini, per la grande competenza e la determinazione con cui negli ultimi anni hanno affrontato sfide molto complesse: “la pandemia, lo choc energetico seguito alla sciagurata aggressione russa all’Ucraina, il repentino rialzo dell’inflazione oggi riassorbito”. Mattarella ha anche sottolineato come l’euro e la Bce siano i “simboli più avanzati” del processo di integrazione europea avviato più di settant’anni fa. Oggi, per il presidente della Repubblica, non possono esservi dubbi sul fatto che il passaggio alla moneta unica abbia rappresentato un grande e decisivo passo in avanti, frutto di coraggio e di visione.
E proprio il rapporto tra moneta e fiducia dei popoli è stato al centro del discorso che il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha tenuto durante la cena nella Sala dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Un racconto storico, tra passato e presente, dal Rinascimento all’era digitale. “Oggi l’euro è per l’Europa ciò che fu il fiorino per Firenze: un simbolo di stabilità, che accompagna lo sviluppo economico e trae da esso nuova forza – ha detto Panetta - Ma è anche qualcosa di più: un simbolo di unità, che sostiene la coesione politica tra gli Stati membri”. L’Unione europea è nata, infatti, per rendere la guerra “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”, ha sottolineato citando la celebre dichiarazione del ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, il 9 maggio del 1950. Sono stati cementati gli interessi e la visione di popoli che per secoli si erano combattuti. ”Da questo punto di vista, l’integrazione europea è stata un successo senza precedenti, che ci ha garantito ottant’anni di pace. Ma in un mondo in rapida trasformazione – segnato da tensioni geopolitiche e da accelerazioni tecnologiche – per continuare a raccogliere i frutti di questo successo l’Europa deve consolidare e rafforzare il proprio ruolo, completando l’unione economica e finanziaria e realizzando con decisione e tempestività le riforme necessarie a sostenere la crescita”. Quella di Firenze, che è stata capitale economica, culturale e finanziaria d’Europa, rappresenta, per il governatore della Banca d’Italia, un’esperienza a cui ispirarsi. Firenze divenne la maggiore piazza finanziaria internazionale anche grazie alla creazione, nel 1252, del fiorino, la prima moneta d’oro sovrana coniata in Occidente dopo la caduta dell’Impero romano. Furono le ricchezze dei mercanti-banchieri, a partire dai Medici, ad alimentare, infatti, il mecenatismo illuminato che generò un grande patrimonio di architettura e di arte: il Rinascimento fiorentino. Ma la città riuscì anche a creare istituzioni e strumenti destinati a plasmare la finanza nei secoli successivi e che rappresentano, in sostanza, l’origine del credito bancario.
E la capacità dell’Italia di generare innovazione finanziaria non si ferma a Firenze. Panetta ha ripercorso come Venezia, Genova e Napoli sperimentarono strumenti come i depositi, il credito e le lettere di cambio, riducendo progressivamente l’uso della moneta metallica. “Questo sviluppo richiese istituzioni pubbliche capaci di garantire fiducia e stabilità. L’Italia divenne così una fucina di innovazioni che, nel tempo e con il contributo di altri popoli, aprì la strada ai moderni sistemi finanziari e, infine, alle banche centrali”. Nei secoli successivi, il paese non seppe valorizzare il suo splendore rinascimentale. Rimase politicamente ed economicamente frammentato, appesantito da norme inadeguate e da corporazioni che soffocavano l’innovazione. “La lezione per l’Europa di oggi è chiara: per preservare il proprio peso economico e contare nel mondo, deve superare le rigidità istituzionali, investire in innovazione e completare il mercato unico”. E se c’è una lezione che viene dal passato, è che la moneta pubblica non è soltanto uno strumento economico: è il patto di fiducia che contribuisce a tenere unita ogni comunità. Per questa ragione la grande fase di innovazione finanziaria che stiamo vivendo, paragonabile a quella rinascimentale, richiede, per Panetta che si è riferito alla rivoluzione digitale che sta mettendo in discussione l’idea stessa di moneta, comprensione e anche vigilanza. “Da Firenze – ha concluso Panetta – origine di tante innovazioni monetarie e istituzionali, rinnoviamo l’impegno dell’Eurosistema a custodire, rafforzare e tramandare questa fiducia, affinché ogni generazione la riceva intatta e la trasformi in risposta alle sfide del proprio tempo”.