Ansa
Logica o ideologia
Il grosso guaio di Silvia Salis, con il tabù termovalorizzatore
Non c’è città o regione amministrata dal Pd, ma non solo, dove l’ipotesi di chiudere discariche e sostituirle con la termovalorizzazione non abbia scatenato guerre epocali. Ora tocca alla sindaca di Genova, dove però quest'idea è stata respinta diverse volte
Ormai tutti ma proprio tutti hanno capito che riciclare il 100% dei rifiuti urbani è impossibile per motivi fisici e materiali e che quindi la parte residua deve trovare una collocazione. O la discarica o la termovalorizzazione. Meglio di gran lunga la seconda meno inquinante e che consente di recuperare l’energia ancora presente nei rifiuti. Ma la logica non riesce a prevalere su chi sposa ideologie di vario tipo. Non c’è città o regione amministrata dal Pd, ma non solo, con rare eccezioni, dove l’ipotesi di chiudere discariche e sostituirle con la termovalorizzazione non abbia scatenato guerre epocali. Napoli a suo tempo, Toscana, le Marche, l’Umbria, Roma dove però Gualtieri tiene meritatamente duro.
La sola idea che questa ipotesi sia presa in considerazione scatena polemiche. Da quando poi c’è l’alleanza con i 5 stelle che considerano i termovalorizzatori più o meno come il demonio in un convento di Domenicani le cose sono ancora peggiorate. Adesso pare che tocchi alla Salis e a Genova dov’è questa ipotesi, già respinta diverse volte, con il risultato che continua a funzionare la vecchia discarica ormai esaurita, è stata riproposta dalla nuova Sindaca. Idea per altro del precedente sindaco Bucci e come si sa se una cosa arriva da destra non è accettabile per definizione. Che il campo largo possa andare in crisi sulla scelta di una tecnologia adottata in tutto il mondo e nelle regioni italiane, anche di sinistra come l’Emilia Romagna, meglio messe con le best practice di trattamento dei rifiuti, assomiglia più alle guerre di religione che alla razionalità e alla capacità di governo. D’altra parte già due esponenti dei 5 Stelle, la Todde in Sardegna e Pizzarotti a Parma, si sono piegati proprio sui termovalorizzatori alle ragioni del buon governo, accettando di dare il via libera. Ma come si dice Giove prima confonde coloro che vuol perdere. O meglio: coloro che vogliono perdersi.