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L'intervento

Transizione verde senza lavoratori green. Allarme di Confartigianato

"Le nostre imprese sono pronte a fare la loro parte, ma non possiamo permettere che la mancanza di competenze freni questa trasformazione decisiva per l’Italia”, dice il presidente Marco Granelli

A pochi giorni dall’inizio della Settimana per l’energia e la sostenibilità, organizzata da Confartigianato dal 20 al 25 ottobre con decine di eventi in tutta Italia, arriva un dato che impone riflessioni profonde: nel 2024 quasi la metà dei lavoratori con competenze green necessari alle aziende italiane non erano reperibili. E’ stata proprio Confartigianato a lanciare l’allarme con un’analisi presentata il 13 ottobre a Milano, durante l’evento inaugurale della Settimana tenutosi al Piccolo Teatro Strehler.

 

Secondo lo studio, nel 2024 le imprese avevano pianificato 4.447.370 assunzioni di profili con competenze legate alla sostenibilità ambientale, all’efficienza energetica e alla transizione ecologica. Tuttavia, ben 2.197.620 di queste figure – il 49,4 per cento – sono risultate introvabili sul mercato del lavoro. La situazione si aggrava ulteriormente per le micro e piccole imprese. Su 1.616.460 lavoratori green previsti nel 2024, oltre 899.000 – pari al 55,6 per cento – sono risultati di difficile reperimento. Ancora più critica è la situazione per il settore artigiano: il 62,9 per cento dei profili green ricercati dalle imprese artigiane non è stato trovato. Le regioni con le maggiori criticità sono Trentino-Alto Adige (58 per cento di irreperibilità), Umbria (56,8), Friuli-Venezia Giulia (56,6) e Valle d’Aosta (56,4). Numeri simili emergono anche in province come Trento, Cuneo, Bolzano e Perugia, dove oltre il 57 per cento delle figure green resta scoperto.

 

“Il rischio – ha denunciato Marco Granelli, presidente di Confartigianato – è di avere una transizione verde senza lavoratori green. Le nostre imprese sono pronte a fare la loro parte, ma non possiamo permettere che la mancanza di competenze freni questa trasformazione decisiva per l’Italia”. Secondo Confartigianato, questa situazione rischia di compromettere non solo il raggiungimento degli obiettivi ambientali, ma anche la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, sempre più attenti a sostenibilità e innovazione. Granelli ha ribadito la necessità di una riforma della formazione tecnica e professionale, in grado di rispondere alle esigenze concrete del sistema produttivo: “I green job sono una straordinaria occasione di crescita per l’Italia, non possiamo permetterci di perderla”.

 

Nel corso dell’evento inaugurale del 13 ottobre, è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, con un videomessaggio in cui ha ribadito l’impegno del governo nel rilanciare la formazione tecnica come leva per il futuro green del paese. “La sostenibilità è diventata un obiettivo formativo – ha dichiarato Valditara –. E’ nostro dovere connettere scuola e sistema produttivo, per formare le nuove generazioni alle competenze che il mondo del lavoro oggi richiede”. Il ministro ha ricordato la recente riforma del modello “4+2”, che prevede quattro anni di scuola tecnica e due anni di formazione terziaria professionalizzante, come ponte tra istruzione e impresa. Un modello pensato per rispondere proprio a quel mismatch di competenze oggi denunciato da Confartigianato.

 

Alla luce di questa emergenza formativa, acquista ancora più significato la Settimana per l’Energia e la Sostenibilità, che dal 20 al 25 ottobre proporrà eventi promossi da Confartigianato in tutta Italia, visitabili anche online sul sito settimanaenergia.it. Le imprese artigiane saranno al centro del racconto e del confronto con dibattiti, laboratori, workshop, incontri con esperti e open day aziendali dedicati ai temi chiave della transizione: risparmio ed efficienza energetica, energie rinnovabili, economia circolare, sostenibilità nella moda, nell’alimentare, nel design, rendicontazione ESG e digitalizzazione. Con la Settimana per l’Energia e la Sostenibilità, Confartigianato ribadisce il proprio impegno nel costruire – non solo raccontare – una transizione ecologica che sia inclusiva, concreta e orientata al futuro. Ma per farlo, è indispensabile rimettere al centro le persone, le competenze e la formazione.

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