Francesco Milleri (LaPresse) 

editoriali

Il risiko in nome di Del Vecchio

Redazione

Delfin raddoppia i profitti e prosegue la strategia finanziaria del suo fondatore

Se qualcuno avesse accarezzato l’idea che Delfin, la holding di partecipazioni presieduta da Francesco Milleri, si potesse disimpegnare dal risiko bancario, dovrà fare i conti con la memoria di Leonardo Del Vecchio che prima della sua scomparsa aveva dettato una linea che per adesso non sembra in discussione. “Nella finanza continuiamo lungo la strada tracciata da Del Vecchio, portando modernità in un sistema che deve riuscire a evolversi e ad adattarsi a nuovi scenari competitivi”, ha detto Milleri commentando i risultati di Delfin, che nel 2024 ha fatto registrare un incremento del valore delle partecipazioni di 10 miliardi (da 45 a 55 miliardi).

 

Ebbene, tale crescita riflette in parte il maggior valore di borsa di Essilor-Luxottica, ma è attribuibile in gran parte alle partecipazioni bancarie e assicurative detenute dal gruppo (tra le quali, Mediobanca, Mps, Generali e Unicredit), i cui titoli hanno beneficiato di notevoli incrementi anche per il coinvolgimento nel processo di fusioni e acquisizioni. E il 2025 dovrebbe andare  meglio del 2024, anno nel quale Delfin ha registrato anche il raddoppio dei profitti a quota 1,4 miliardi (più 105 per cento rispetto al 2023). Delfin oggi è di proprietà degli otto eredi di Del Vecchio, tra i quali da tempo è avviato un confronto per il raggiungimento di una maggiore autonomia patrimoniale. E questo, forse, ha fatto pensare che prima o poi potrebbe esserci un disimpegno dalle partite presenti e future, in particolare Generali, proprio per consentire una suddivisione tra le parti delle quote bancarie. Al momento, però, non solo tutto questo non si vede, ma le parole di Milleri aprono una prospettiva di continuità di un disegno strategico che crede in “un sistema finanziario aperto e dinamico”. In finanza, “Delfin intende continuare a svolgere il proprio ruolo di investitore responsabile, portatore di una visione moderna in cui tecnologia, dimensione e prospettiva internazionale sono i cardini per la crescita futura”. Insomma, la visione di un soggetto che dal risiko non ha intenzione di uscire.