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Editoriali

Scontro Ue-Italia sul Golden power

Bruxelles contro l’intervento del governo su Unicredit-Bpm, Giorgetti resiste  

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di fronte alla possibilità che la Commissione europea possa agire contro l’Italia sulla questione golden power, insiste: la tutela della sicurezza nazionale, finanziaria ed economica, è appunto nazionale. Giorgetti sembra pronto a difendere questo principio anche a costo di arrivare a uno scontro  con Bruxelles, dove la commissaria per i servizi finanziari, Maria Albuquerque, fa sapere che l’Europa, dal canto suo, intende andare avanti nel favorire la formazione del mercato unico dei capitali: un processo che oggi  è ostacolato da posizioni sovraniste dei governi (non solo italiano).

La presa di posizione dell’Europa nasce per l’uso del golden power da parte di Palazzo Chigi nell’ambito dell’operazione tra Unicredit e Banco Bpm inducendo la prima a ritirare l’offerta pubblica di scambio. Secondo gli analisti di Mediobanca, se confermata, la misura che si prepara ad adottare l’Ue – che può arrivare fino a una procedura di infrazione mentre il governo può  ricorrere alla Corte di Giustizia europea – potrebbe avere come effetto di chiarire il quadro di regole in  cui fusioni e acquisizioni bancarie possono realizzarsi e limitare le interferenze politiche. Tuttavia  – osservano gli stessi analisti – il tempismo è tutto e riteniamo che l’iniziativa istituzionale sia troppo lenta per la velocità dei mercati. Infatti, questo il ragionamento, durante l’offerta di Unicredit per Bpm, il Crèdit Agricole è riuscito a far crescere la sua partecipazione nella banca milanese di oltre il 20 per cento (tramite derivati) e una volta ottenuta dalla Bce l’autorizzazione potrebbe arrivare fino al 30 per cento (soglia obbligatoria recentemente aumentata) creando una partecipazione di blocco con un controllo di fatto dell’assemblea degli azionisti.

Come per dire, ormai questa è fatta mentre la mossa della Commissione Ue potrebbe avere un impatto sulla scalata di Unicredit alla tedesca Commerzbank e forse anche sull’affare Bbva-Banco Sabadell, dove il governo spagnolo ha imposto vincoli a una fusione immediata.

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