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Editoriali

Il rating dell'Italia

Redazione

Bene rispetto alla Francia, ma brutti segnali dalla produzione industriale che nel nostro paese è calata del 2,4 per cento ad agosto. E c'è l'ombra di un cattivo presagio in attesa del giudizio di S&P dopo che ad aprile ha migliorato il rating italiano a BBB+

La produzione industriale in Italia è calata del 2,4 per cento ad agosto (-2,7 per cento su base annua). Per quanto il dato estivo sia considerato erratico, è decisamente peggiore rispetto alle attese (Prometeia, per esempio, aveva previsto -0,3 per cento), ma soprattutto è piombato come un cattivo presagio nel giorno in cui c’era grande attesa per l’aggiornamento del giudizio di S&P sul merito di credito del paese. S&P ad aprile ha migliorato il rating dell’Italia a BBB+ con outlook stabile, mentre Fitch a settembre ha fatto lo stesso con grande soddisfazione di Palazzo Chigi che raccoglie i risultati del Mef sulla gestione dei conti pubblici. La domanda che tutti si facevano ieri è se esiste lo spazio per un ulteriore miglioramento.

 

A prescindere da quello che ha poi deciso S&P (l’annuncio è avvenuto quando questo giornale andava in stampa, ma il sentiment della vigilia sui mercati era di una conferma del giudizio di aprile), ci sono fattori di rischio che suggeriscono prudenza. La crescita resta limitata (0,5 per cento quest’anno e 0,7 per cento nel 2026 secondo le stime del documento programmatico di economia e finanza che il Mef ha rivisto al ribasso) dovuta sia a cause strutturali sia al contesto di crescenti tensioni internazionali in cui l’impatto dei dazi americani è ancora un’incognita. Di recente, la Banca d’Italia ha spiegato che per un paese con un debito pubblico come l’Italia, la prudenza nella gestione delle finanze pubbliche “è meritoria quanto doverosa”, Ma ha aggiunto: “Va coniugata con riforme strutturali che sostengono la crescita e l’innovazione”. In realtà, anche il calo così vistoso della produzione industriale di agosto potrebbe essere un primo segnale in questo senso. Secondo Prometeia, il dato non significa necessariamente un’inversione di tendenza ma accentua l’incertezza. Dunque, un quadro macroeconomico così complicato può rendere gli sforzi per il contenimento del deficit pubblico del governo ancora più ardui con la consolazione che c'è chi fa peggio, come la Francia che è stata da poco declassata da Fitch.

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