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la dichiarazione
Il trucco di Landini sullo sciopero generale dichiarato illegittimo
Sproloqui e irresponsabilità. L’unico sciopero legittimo, secondo la Commissione di garanzia, è quello dei SI Cobas, non della Cgil
Dice Maurizio Landini che lo sciopero generale di ieri “è legittimo”. E’ vero, ma non il suo. La Commissione di garanzia sugli scioperi, l’autorità indipendente che ha il compito di vigilare sull’attuazione del diritto allo sciopero nel rispetto dei diritti essenziali dei cittadini, ha infatti dichiarato illegittimo lo sciopero della Cgil, perché indetto senza preavviso. Lo sciopero legittimo invece è quello indetto dai SI Cobas, comunicato nei termini di legge (almeno dieci giorni di anticipo) e riformulato dopo le modifiche richieste dalla Commissione di garanzia. Naturalmente Landini, che già si era visto scavalcato a sinistra dal successo dello sciopero generale del 22 settembre indetto dall’Usb, non poteva permettere che accadesse di nuovo undici giorni dopo. E così ha preferito, con scarso senso delle istituzioni, accusare l’autorità indipendente di aver preso una decisione autoritaria e quasi fascista: “Stanno facendo una forzatura per mettere in discussione il diritto di sciopero”, ha dichiarato in tv a Piazzapulita. Non il modo migliore per stemperare la polemica in una situazione molto tesa.
Ma l’accusa è falsa, e lo sa bene lo stesso Landini. In primo luogo perché il fatto che per lo stesso giorno sia stato autorizzato lo sciopero generale di un sindacato più estremista della Cgil come Si Cobas dimostra che il diritto di sciopero non è in discussione. Viene semplicemente rispettato. In secondo luogo perché, visto l’andazzo, il 29 settembre la Commissione di garanzia aveva avvertito in anticipo i sindacati che gli scioperi generali devono rispettare l’obbligo di preavviso sancito dalla legge 146. La norma prevede l’eccezione “nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”, ma il Garante aveva già precisato che queste eccezioni “non sono ravvisabili” nel caso degli scioperi a sostegno di Gaza. E’ sulla definizione di “difesa dell’ordine costituzionale” che però si aggrappa Landini: secondo il leader della Cgil sarebbe messo in discussione “dal governo italiano e dal governo d’Israele per aver bloccato la flotilla”. Non è chiaro in che modo Israele abbia messo in pericolo l’ordine costituzionale italiano con l’abbordaggio della flotilla, né tantomeno come lo stia facendo il governo italiano che non ha avuto un ruolo attivo nel blocco navale israeliano. Ma, soprattutto, sul tema sono chiari gli orientamenti interpretativi della legge 146.
L’eccezione al preavviso dell’art. 2 comma 7 ha dei paletti ben precisi. Il principio è che per dichiarare uno sciopero generale senza preavviso, il rischio per le istituzioni repubblicane deve essere grave e imminente: un colpo di stato militare, la secessione di una regione, una dichiarazione di guerra... insomma una situazione che stravolge i cardini delle istituzioni previsti dalla Costituzione. Sul sito del Garante c’è una raccolta degli orientamenti interpretativi con i precedenti più rilevanti. In una delibera del 1999, che dichiarava illegittimo uno sciopero degli avvocati contro una discussa sentenza della Corte costituzionale, il Garante scriveva che la difesa dell’ordine costituzionale fa “riferimento a ipotesi di sovvertimento violento dell’ordinamento statale da parte di poteri o soggetti usurpatori”. In una delibera del 2006, che censurava uno sciopero indetto dai farmacisti, si ricordava che il comma 7 dell’art. 2 può essere invocato solo per “situazioni di eccezionale gravità tali da mettere in pericolo le istituzioni democratiche”.
In un verbale del 2012, l’authority spiega che “l’ordine costituzionale, la cui difesa consente lo sciopero senza preavviso, va inteso in senso non normativo ma materiale, sicché non comprende qualsiasi diritto riconosciuto dalla Costituzione, ma solo i cardini dell’assetto costituzionale, allorché siano minacciati i valori fondanti del sistema democratico e delle libertà individuali e collettive”. L’interpretazione, peraltro, non è neppure così ristretta. Ad esempio, il Garante autorizzò uno sciopero senza preavviso (non della Cgil) contro la partecipazione dell’Italia all’intervento militare della Nato in Jugoslavia deciso dal governo D’Alema perché non era manifestamente infondata l’ipotesi di una violazione dell’art. 11 Cost. E non è questo il caso: il governo Meloni non sta bombardando Gaza né ha abbordato la Flotilla (anzi, ha mandato la marina militare a proteggere gli attivisti).
Ma tutto questo Landini lo sa: non è in pericolo “l’ordine costituzionale”, ma la leadership sindacale della Cgil nelle piazze Pro pal.


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