Foto:Ansa.

La proposta

Il regalo ai prof? La pensione anticipata in saldo. Il conto allo stato

Davide Mattone

Novecento euro l’anno per anticipare la pensione: la scorciatoia della politica che regala un privilegio di settore e scarica i costi sulle generazioni future

L’Italia ama le scorciatoie: invece di rendere più sostenibile la spesa pensionistica, c’è chi propone di tagliare il prezzo per uscire prima. La senatrice Carmela Bucalo (FdI) ha depositato a marzo 2025 un disegno di legge per consentire al personale del comparto istruzione e ricerca di riscattare gli anni di studio universitario, con una aliquota agevolata al 5 per cento (invece del 33 per cento), a circa 900 per anno anziché circa 5-6 mila euro. 

L’idea è di rendere più accessibile il riscatto degli anni universitari, per poter andare in pensione prima (o avere un assegno più alto). Il progetto è finalizzato a “contrastare il burnout” tra i lavoratori del settore, e a “ridare dignità al personale”. Ma non per tutti i cittadini: solo per il comparto istruzione. Non finisce qui: per alcuni lavoratori, il riscatto agevolato potrebbe avvicinare l’uscita dal lavoro alla soglia dei 60 anni; questo effetto (in)desiderato dipenderebbe dal singolo caso. Diversi i sostenitori della proposta, che secondo alcune fonti riguarderebbe più di un milione di italiani. L’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori (Anief) ha rimesso al centro il tema a settembre, rivendicando l’iniziativa che aveva promosso con una petizione che ha raggiunto 120 mila firme. 


A prima vista l’intento appare nobile: ben vengano misure di welfare. Ma solo quando possiamo permettercelo. Infatti, questa proposta contiene parecchie contraddizioni e rischi. In primo luogo, il ddl abbassa il costo del riscatto solo al comparto istruzione e ricerca. Ciò genererebbe una disuguaglianza, e romperebbe il principio di equità intergenerazionale e settoriale: altre categorie non beneficerebbero dello stesso trattamento agevolato. Elsa Fornero, ex ministra del Lavoro, commenta così al Foglio: “Si introduce un canale in cui viene data una possibilità di ottenere un anticipo pensionistico a condizioni vantaggiose. Il riscatto chi lo fa adesso lo paga salato. E’ sbagliata l’idea di continuare a cercare scappatoie per anticipare l’età di pensionamento. Ci sono già le procedure per andare in pensione se si hanno determinate condizioni di salute”. E sull’istruzione Elsa Fornero aggiunge: “Gli insegnanti hanno invece bisogno di salari più alti. Il livello di istruzione è basso: abbiamo ampi spazi per migliorare, e dovremmo utilizzare meglio il personale scolastico, a fronte di una retribuizione migliore”.


Ma c’è dell’altro. In un contesto in cui l’aspettativa di vita cresce e la base contributiva è già sotto pressione demografica, introdurre un “favore” a una categoria specifica rischia di creare un’ulteriore spesa. Come sottolinea Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali: “Ci si scorda che siamo in una fase in cui stiamo invecchiando. Non possiamo permetterci di continuare ad avere un’età media di pensionamento di 61 anni e otto mesi, come abbiamo calcolato, rispetto a una media europea di 64 anni”. Le proiezioni della Ragioneria generale dello stato (Rgs) dicono che la spesa pensionistica è sostenibile nel lungo periodo solo a determinate condizioni. L’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita è uno di queste.  Peraltro il governo sta valutando di bloccare nella prossima legge di Bilancio di bloccare l’adeguamento dell’età pensionabile, una misura che rende menos sostenibile il sistema previdenziale. 


La proposta della senatrice Bucalo aggiungerebbe un’ulteriore distorsione. Ogni anno riscattato con la nuova aliquota iper-agevolata rappresenta un “buco” contributivo rispetto a quanto quel periodo avrebbe potuto generare in termini di versamenti contributivi, e ciò graverebbe sul sistema collettivo. Insiste poi Brambilla: “Se fosse così, sarebbe una proposta folle: non tiene conto dell’invecchiamento della popolazione italiana, e soprattutto dell’equilibrio dei sistemi pensionistici”. Infine, favorire il riscatto agevolato per il comparto istruzione e ricerca può generare un precedente per altri settori: aumentare l’onere contributivo implicito e accentuare disequilibri futuri.  

Di più su questi argomenti: