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Giorgetti sul caso Crédit Agricole-Bpm: “La legge sul golden power vale per tutti”
Il ministro dell’Economia ribadisce l’imparzialità del governo dopo le polemiche sul dossier Unicredit-Bpm: eventuali vincoli sull’operazione con i francesi riguarderebbero soprattutto il ruolo di Anima, considerato strategico per il risparmio italiano
La legge (sul golden power) è uguale per tutti. E’ stato lapidario il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel rispondere a una domanda su un’ipotesi di fusione tra Crédit Agricole e Banco Bpm. “Io non ho obiezioni politiche ma una legge da far rispettare – ha detto – Come la faccio rispettare ad altri, la farò rispettare a loro”. Giorgetti, pur chiarendo di non avere valutazioni in corso sull’operazione che nel concreto “non esiste”, sembra voler inviare un messaggio di parità di trattamento con il dossier Unicredit-Bpm anche per mettere a tacere le polemiche sull’uso spropositato che il governo Meloni avrebbe fatto in quel caso del golden power.
La banca guidata da Andrea Orcel ha dovuto fare un passo indietro e tutta la vicenda ha suscitato un certo clamore e spinto l’Europa a stigmatizzare l’intervento dell’esecutivo. Perciò ora che si paventa un’operazione di Bpm con il gruppo francese, Giorgetti vuole apparire imparziale. In che modo? L’aspetto su cui l’attenzione di Palazzo Chigi si potrebbe focalizzare è il coinvolgimento della società di gestione del risparmio Anima nell’eventuale aggregazione. Se il risparmio è una questione di interesse nazionale, come l’esecutivo rivendica, allora potrebbe essere posta la stessa prescrizione che fu posta a Unicredit e cioè che Anima, che dalla banca milanese è controllata, non debba ridurre i suoi investimenti in titoli italiani. Il gruppo francese possiede già il 20 per cento di Bpm e ha chiesto l’autorizzazione alla Bce per salire ulteriormente. Dall’altra parte, i vertici della banca milanese, hanno giusto nei giorni scorsi definito l’unione con Credit Agricole “l’ipotesi più “chiara che abbiamo” pur non escludendo un’aggregazione con Mps. Ma per quanto si dovrà lavorare a Siena per arrivare a definire un nuovo e stabile assetto azionario dopo la conclusione dell’ops su Piazzetta Cuccia - domani è previsto un cda per discutere il percorso da seguire - appare lo scenario meno probabile.