
Foto Epa, via Ansa
Editoriali
Tesla riparte da Musk
Mille miliardi di premio per obiettivi impossibili. L’azienda punta su Elon
Nessuno è insostituibile ma qualcuno è meno sostituibile di altri. Ed Elon Musk, per Tesla, lo è davvero poco: ieri il board dell’azienda ha proposto al fondatore un pacchetto del tipo “tutto o niente”. Su un piatto della bilancia ci sono mille miliardi di dollari nell’arco di dieci anni. Sull’altro non c’è nulla: né stipendio né bonus. In pratica, Musk potrà sbloccare il rilascio di generosi pacchetti azionari man mano che raggiungerà obiettivi che definire impegnativi è un eufemismo: portare la capitalizzazione dell’azienda ad almeno 8,5 mila miliardi di dollari (contro gli attuali 1,09), vendere 12 milioni di veicoli, raggiungere la quota di 12 milioni di sottoscrizioni per i servizi di guida autonoma, arrivare a un milione di robotaxi e altrettanti robot mossi dall’intelligenza artificiale, e soprattutto moltiplicare per ventiquattro i profitti, raggiungendo la cifra record di 400 miliardi di dollari (contro i 16,6 dell’anno scorso).
Il target minimo è spingere la capitalizzazione al di sopra dei 2.000 miliardi: se fallirà questo, Musk rimarrà a mani vuote. Lo schema prevede dodici scatti, ciascuno dei quali corrispondente a un premio in azioni pari all’1 per cento del capitale sociale. Se da un lato è un meccanismo iper-incentivante, dall’altro mostra quanto il board e gli azionisti ritengano fondamentale l’apporto di Musk. Ma è anche un tentativo di sfilarsi dall’angolo in cui la società si è ficcata col premio da 59 miliardi accordato a Musk sulla base di un accordo del 2018, e poi annullato da un giudice del Delaware perché sproporzionato e per l’eccessiva influenza del tycoon (il ricorso è ancora pendente). Gli obiettivi sono doppiamente ambiziosi se si considera che, dalla metà di dicembre 2024, l’azienda ha perso il 30 per cento del suo valore in borsa, prevalentemente per la reazione contro le posizioni politiche di Musk e la sua vicinanza al presidente Trump. Questa vicenda mostra che la forte personalizzazione è un valore ma anche un rischio, e la nuova mossa del board ne rende Musk direttamente responsabile – attraverso la sua compensazione.


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