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L'avvertimento di Francoforte
Stablecoin: Usa vs Ue. Dopo il Genius Act di Trump, Lagarde (Bce) avverte sui rischi regolatori per l'Europa
Lagarde avverte sul fronte stablecoin: ci sono lacune legislative che vanno colmate. Altrimenti il rischio per l'Ue può essere alto
Roma. L’approvazione del Genius Act (Guiding and Establishing National Innovation for U.S. Stablecoins Act) nel luglio 2025, l’Amministrazione Trump ha riacceso il dibattito globale sulle valute digitali. Il dossier più importante riguarda le stablecoin – le valute digitali dal valore stabile perché legate a riserve come dollari o titoli di stato. In occasione della nona conferenza annuale del Comitato europeo per il Rischio sistemico (Esrb), Christine Lagarde, presidente della Bce, ha avvertito: in una corsa ai rimborsi, gli utenti detentori di stablecoin emesse sia in Unione europea che in altre giurisdizioni si recheranno in quella con le tutele più forti e quindi, molto probabilmente, quella dell’Ue.
Le stablecoin sono utilizzate principalmente come ponte da e verso l’ecosistema delle criptovalute e come strumento per facilitare il trading di cripto-attività. Il mondo della finanza cambia faccia con nuovi attori e nuove tecnologie, ma i rischi finanziari rimangono: di credito, di mercato, di liquidità e operativi. Se svolgi funzioni bancarie, devi avere tutele e supervisione da banca. Bisogna rispettare le stesse regole se si corrono i medesimi rischi.
Il Genius Act statunitense istituisce il primo quadro normativo per le stablecoin a livello federale: consente l’emissione a banche e altri istituti finanziari autorizzati a livello federale. Impone una copertura 1:1 in dollari o titoli del Tesoro statunitensi a breve termine, obblighi di trasparenza sulle riserve, regole antiriciclaggio e divieto assoluto di offrire interessi ai detentori dei token. Il Genius Act è uno degli atti-simbolo dell’agenda Trump. Con riserve costituite in larga parte da Treasury americani, una maggiore domanda di stablecoin rafforza la domanda di debito americano e consolida il ruolo del dollaro come prima valuta di riserva mondiale. E’ anche per questo che l’attenzione politica sul tema è salita di colpo.
Il regolamento dell’Ue sui mercati delle cripto-attività (Mica) mitiga rischi tradizionali come quello di liquidità. In primo luogo, gli emittenti di stablecoin devono consentire agli investitori dell’Ue di riscattare sempre le loro partecipazioni al valore nominale e senza commissioni di riscatto. In secondo luogo, gli emittenti di stablecoin devono detenere una quota sostanziale delle riserve in depositi bancari. Tuttavia, Lagarde ha dichiarato che le stablecoin aspirano anche ad assumere funzioni più tradizionali, come quella di mezzo di pagamento. Ma Visa, per esempio, stima impatti limitati sul mercato al dettaglio negli Stati Uniti nel breve termine e quindi considera come improbabile un uso di massa delle stablecoin “alla cassa” senza chiari incentivi.
Il problema per l’Europa nasce quando lo stesso token è emesso da un soggetto Ue e da uno extra Ue: i cosiddetti schemi di emissione multipla. In questi casi, i requisiti del regolamento Mica non si estendono all’emittente non Ue. E’ il punto di Lagarde: in una corsa ai rimborsi, i detentori di stablecoin si riverserebbero sulla giurisdizione più protettiva, dove le tutele sono più forti: verosimilmente l’Ue. Tuttavia, le riserve detenute nell’Ue potrebbero non essere sufficienti a soddisfare tale domanda.
Un esempio di schema di emissione multipla riguarda la stablecoin Usdc. Negli Stati Uniti l’emittente è Circle Llc, mentre in Europa opera Circle Internet Financial Europe Sas, autorizzata in Francia e conforme al regolamento europeo. I token risultano però equivalmente fungibili: un Usdc ricevuto in Europa è identico a quello emesso negli Stati Uniti. In una corsa ai rimborsi, gli investitori potrebbero affluire sull’entità europea, gravando sulle riserve sotto giurisdizione Ue, mentre quelle della consociata americana resterebbero “fuori portata”: se un utente europeo si presenta per il rimborso presso Circle Sas, quest’ultima può usare solo le riserve detenute in Europa. Non può automaticamente attingere a quelle della consociata americana, a meno che non esista un accordo specifico e riconosciuto dal regolatore. Esattamente il tipo di squilibrio transfrontaliero che Lagarde chiede di prevenire con equivalenza e garanzie sul trasferimento di attivi intra-gruppo.
Per evitarlo, la presidente della Bce chiede maggiore coordinamento e regole più chiare ai suoi colleghi europei, ma anche ai gruppi di lavoro internazionali: l’accesso al mercato europeo dovrebbe essere garantito solo a quegli schemi coperti da regimi di equivalenza nel paese d’origine e con regole chiare sulla garanzia di trasferimento delle riserve tra Ue e non Ue. Tradotto: chi vuole fare stablecoin in Europa deve giocare con le stesse regole. Altrimenti, resta fuori.
