
Foto Ansa
Editoriali
Orcel riparte dalla Germania
Unicredit prosegue la sua avanzata su Commerzbank, puntando al 30 per cento entro fine anno, nonostante le resistenze del governo tedesco. Il ceo evita mosse aggressive, ma prepara il terreno a un’eventuale opa, che Berlino potrebbe ostacolare solo ricorrendo al golden power
Mentre la partita di Mps-Mediobanca volge al termine, Unicredit riparte dalla Germania. Un convegno di due giorni organizzato dal quotidiano tedesco Handelsblatt è stato l’occasione per l’ad di Commerzbank, Bettina Orlopp, per ribadire la contrarietà alla scalata della banca italiana, ma ha dato anche l’opportunità il giorno dopo al ceo di Unicredit, Andrea Orcel, per annunciare che entro fine anno avrà in mano il 30 per cento della banca tedesca, la soglia massima prima che possa essere lanciata un’offerta pubblica di acquisto o di scambio. “Siamo esattamente dove vorremmo essere”, ha detto Orcel, mostrandosi tranquillo e determinato ad andare avanti. Ma senza fretta e senza, per adesso, reclamare posti nel cda di Commerzbank. Piuttosto, Orcel ha fatto una cruda analisi del sistema bancario tedesco, molto frammentato e quindi bisognoso di un consolidamento per consentire al paese di affrontare le nuove sfide.
Insomma, l’ha presa alla larga per far capire che crede nell’operazione. Un sondaggio fatto da Handelsblatt nella platea dei partecipanti all’evento ha attestato che la stragrande maggioranza (di un pubblico tecnico e qualificato) ritiene che l’operazione di Unicredit andrà in porto. Cosa vuol dire tutto questo? Non grandi novità, ma il segnale che la campagna di Germania avanza nonostante la manifesta opposizione del governo federale di Friedrich Merz. La stessa Orlopp ha affermato sibillinamente che se venisse lanciata un’opa “cambierebbe tutto”. Ovvero? Non lo ha spiegato, ma c’è un aspetto su cui varrebbe la pena riflettere: quali strumenti ha la Germania per fermare un’eventuale offerta della banca italiana? Tanto più che a lanciarla non sarebbe Unicredit direttamente ma la controllata tedesca Hypovereinsbank. A quel punto, l’unico modo che Merz avrebbe per bloccare l’operazione sarebbe fare come il governo Meloni: usare il golden power per un’aggregazione domestica a cui l’Ue è favorevole e che gode già del favore del mercato. Merz si spingerebbe fino a questo punto?
