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La reazione dei mercati
I dati sulla Borsa dicono che il risiko fa bene alle banche (+71 per cento)
L’indice di settore ha guadagnato il 10 per cento nell’ultimo mese, il 30 per cento negli ultimi, per la gioia dei banchieri che dovranno dimostrare di essere all’altezza delle aspettative e di non avere generato una grande bolla come alcuni osservatori ormai temono
Quella che si sta aprendo è la seconda stagione di risiko bancario visto che la prima si è chiusa con il passo indietro di Unicredit dall’operazione su Banco Bpm. Mentre il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, si è praticamente eclissato, i suoi colleghi rimasti in Italia continuano a darsi un gran da fare. A cominciare dal numero uno della banca milanese, Giuseppe Castagna, il quale proprio per prevenire una possibile seconda offerta da parte di Orcel, ha messo le mani avanti arrivando ad ipotizzare una fusione tra Bpm e Credit Agricole Italia.
Castagna, a scanso di equivoci, ha precisato che sarebbe un’operazione “tra due banche italiane”. Ma non si era detto che Crédit Agricole sarebbe solo un azionista di riferimento e che Bpm, la banca di riferimento delle piccole imprese del nord Italia e tanto cara alla Lega, sarebbe rimasta autonoma? Si vede che le cose cambiano in fretta, complice il prossimo rinnovo del consiglio di amministrazione di Bpm che, grazie alle nuove regole introdotte con il Dl Capitali, avrà molte chance di essere governato dai francesi. Sarebbe interessante sapere che cosa pensa il governo Meloni di questa ipotesi paventata da Castagna visto che a Unicredit è stato sbarrato il passo con il golden power. Ma da Palazzo Chigi nessuno ha replicato. Da queste parti l’attenzione è concentrata sull’evoluzione della scalata a Mediobanca da parte di Mps, banca di cui il Mef possiede l’11 per cento.
L’operazione potrebbe in futuro riaprire i giochi per la conquista del controllo di Generali da parte dei grandi soci Caltagirone e Delfin e nel frattempo gettare le basi per la creazione di un nuovo polo bancario del paese come auspicato dall’ad del Monte, Luigi Lovaglio. Ed è su questo doppio binario che si snoda una partita per certi versi più complicata di quella tra Unicredit e Banco Bpm proprio per i molteplici interessi in campo. Come c’era da aspettarsi, dall’ad di Generali, Philippe Donnet, è arrivato ieri un assist all’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, che sta cercando disperatamente di mettere in piedi una proposta alternativa a quella avanzata da Siena: l’ops su Banca Generali in cambio della cessione della partecipazione detenuta nel gruppo assicurativo.
Ebbene, Donnet ha dimostrato una sostanziale disponibilità a valutare la proposta di Nagel, come era lecito attendersi, ma ha anche precisato che l’iter che porterà a una decisione definitiva avverrà “nel pieno rispetto dei processi, delle procedure e della tempistica del gruppo definiti dai propri organi societari”. Un modo per prevenire eventuali contestazioni da parte dei soci di Trieste che a questo percorso si oppongono. In realtà, non si comprende in che modo si possa conciliare l’aiuto che Donnet intende offrire a Nagel con tempi che, come lui stesso dice, sono incerti. Insomma, la decisione di Generali potrebbe arrivare non prima di settembre, ma di fatto alzare un mezzo disco verde dà la possibilità a Nagel di convocare un’assemblea per il 21 agosto nella speranza (al momento remota) di ottenere dai soci il via libera a far partire l’offerta su Banca Generali prima che scada l’ops di Mps (8 settembre). Secondo alcune fonti finanziarie, Donnet avrebbe in mente di far valere al tavolo negoziale con Mediobanca la sua posizione di forza per ottenere condizioni migliori in cambio della cessione di Banca Generali mentre, dal canto suo, Mediobanca è più che mai propensa a liberarsi della partecipazione nel gruppo assicurativo che di fatto ha reso l’investment bank una preda.
Riuscirà questo doppio gioco di sponda al tandem Donnet-Nagel mentre Piazzetta Cuccia è sotto scalata di Mps? Dal canto suo, l’ad Lovaglio si dice più che convinto di arrivare al 66 per cento delle adesioni, anche se è opinione di tutti gli analisti che per ottenere un simile risultato non potrà evitare un rilancio del prezzo offerto con un premio cash. Alla fine, l’unica vera certezza di questo risiko italiano parte seconda, oltre al successo dell’operazione di Bper su Sondrio che porterà a una fusione tra le due banche nel primo semestre 2026, è l’ulteriore e incredibile crescita dei titoli coinvolti nella girandola di mosse, contro mosse e rumors di mercato. Il Ftse Banche, l’indice di settore, ha guadagnato il 10 per cento nell’ultimo mese, il 30 per cento negli ultimi se e il 71 per cento in un anno, per la gioia dei banchieri che dovranno dimostrare di essere all’altezza delle aspettative e di non avere generato una grande bolla in Borsa come alcuni osservatori ormai temono.