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Editoriali

L'industria frenata dai dazi

Redazione

Cala la produzione industriale: l’effetto Trump peggiora le prospettive. L’analisi macro di Intesa Sanpaolo firmata da Paolo Mameli

L’effetto dazi comincia a farsi sentire sulla produzione industriale italiana, che nel mese di maggio è diminuita dello 0,7 per cento. Questo dato conferma, secondo una ricerca di Intesa Sanpaolo, che l’incremento che era stato registrato nel mese di aprile (+0,9 per cento) fosse in realtà “gonfiato” da fattori statistici come la suddivisione delle festività. Il risultato finale del secondo trimestre è una crescita della produzione industriale dello 0,6 per cento, ma la flessione di maggio è superiore alle attese e indica che sono soprattutto le attività manifatturiere a calare bruscamente, mentre i servizi e le attività energetiche fanno da traino.

Secondo l’analisi macro di Intesa, firmata dall’economista Paolo Mameli, visto il riaccendersi delle tensioni sui dazi, è probabile che la seconda metà dell’anno per l’industria sia peggiore della prima, che ha beneficiato, appunto, di fattori temporanei. Il rimbalzo che si è visto nella prima parte dell’anno per il pmi manifatturiero è stato “anomalo” perché frutto dell’anticipo di consegne verso gli Stati Uniti, proprio  per evitare l’arrivo dei nuovi dazi, effetto che sembra rientrato nelle settimane più recenti. In altre parole, gli annunci di Trump hanno determinato un surplus di ordini americani che la manifattura italiana ha cercato di soddisfare. Ma si è trattato di una bolla se si guarda all’anno nel suo complesso. Secondo lo studio, il 2025 dovrebbe essere il terzo anno consecutivo di contrazione della produzione industriale e l’impatto del rallentamento del commercio mondiale indotto dalle politiche protezionistiche statunitensi potrebbe toccare un picco, anzi, nella prima parte del 2026. Di conseguenza, anche le attuali previsioni di crescita del pil italiano (+0,7 per cento nel 2025 e +1 per cento nel 2026) restano al ribasso soprattutto per l’anno prossimo. In conclusione, l’industria sembra destinata a fornire un contributo negativo alla crescita economica del paese, perché rallenta il motore dell’export.

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