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i conti americani
Il rischio delle stablecoin nella legge fiscale di Trump. Parla Brunello Rosa
Il presidente americano ottiene il suo "Big beautiful bill". I mercati, per ora, non reagiscono. Ma la possibilità che nel giro di qualche anno esploda una bolla finanziaria è concreta, dice l'economista esperto di criptovalute e criptoasset
Voleva che la sua “bellissima” legge fiscale fosse approvata dal Congresso entro il 4 luglio e ci è riuscito. Il presidente americano, Donald Trump, ha ottenuto il via libera alla manovra che aumenterà, secondo le stime più prudenti, di almeno altri 3.500 miliardi di dollari il debito pubblico giusto a cavallo dell’Independence Day, quando Wall Street è chiusa e il test sui mercati finanziari è rinviato a dopo la pausa del week end. “E’ un’imprudenza fiscale”, dice un’analisi di State Street, anche se “a onor del vero – aggiunge – l’effettiva espansione del deficit non è sostanziale”.
Si spiegherebbe così la ragione per cui nei giorni della discussione della legge non si sono visti grandi scossoni sulla borsa americana. In qualche modo, sui mercati si è fatta strada l’idea che la Casa Bianca avrebbe potuto fare peggio, mentre si sarebbe “limitata” a confermare i tagli di tasse in scadenza alla classe media e a ridurre i sostegni al reddito e l’assistenza sanitaria ai più poveri che, brutto a dirsi, aggrava le disuguaglianze del popolo americano ma non rende più probabile una crisi del debito sovrano. E’ per questo che Trump non vive il suo momento Truss? “In verità, la manovra appena approvata avrà, eccome, un impatto sul deficit degli Stati Uniti nei prossimi anni, indebolendo la capacità di reagire in futuro a eventuali choc economici – spiega al Foglio l’economista Brunello Rosa –. Ma è vero che in questa fase i mercati stanno un po’ a guardare, anche se ci sono nodi più complessi che prima o poi verranno al pettine”. Quali? “Credo che questa amministrazione americana si stia esponendo un po’ troppo sull’utilizzo delle stablecoin per sostenere dollaro e titoli di stato”. Rosa, che su criptovalute e criptoasset ha scritto di recente un libro e un’infinità di articoli, spiega che Trump, e il gruppo di potere che lo affianca, si è affidato a un sistema palesemente opaco, sicuramente non regolamentato, “per controbilanciare la perdita di fiducia nei confronti della moneta e del debito americano”.
Quello che in parole povere sta succedendo, ma il meccanismo è molto complesso, è che la Casa Bianca, dove comanda la famiglia Trump che nel mondo delle criptovalute è presente con società che svolgono il ruolo di emittenti, incoraggia l’acquisto di beni di consumo e servizi in stablecoin, che sono una moneta che ha come asset reale sottostante i titoli del debito pubblico americano e il cui valore di mercato è ancorato al dollaro. Questo per fare in modo che la svalutazione del biglietto verde (incoraggiata per aumentare le esportazioni statunitensi nel resto del mondo) non ne intacchi la supremazia come riserva valutaria e per fare in modo che a ogni emissione di “dollari digitali”, sotto forma di stablecoin, corrisponda un acquisto di debito americano di pari entità. “Sarebbe la risposta a chi sostiene che l’obiettivo di America First sia incompatibile con un dollaro debole”, prosegue l’economista.
E’ possibile, inoltre, che questo meccanismo abbia contribuito nelle ultime settimane a contenere i rendimenti dei treasury che la scorsa primavera avevano superato il 5 per cento. “E’ tutto contenuto nel Genius Act, la nuova legge americana che regolamenta le stablecoin – prosegue Rosa –. E’ un mondo nuovo che i mercati finanziari stanno ancora studiando per capire quanto credibile sia un sistema che affida ad asset digitali la funzione di mantenere il dollaro come riserva valutaria mondiale e di garantire la sostenibilità futura del debito. Il mio parere, ma gli addetti ai lavori lo sanno bene, è che tutto ciò sia straordinariamente rischioso: le società emittenti, delle Tether o di altre valute di questo tipo, non mostrano bilanci e non sono sottoposte a vigilanza. Come si fa a essere certi che da qualche parte esista un valore reale a fronte di moneta e titoli di stato? Per adesso, il mercato delle stablecoin è limitato, circa 250 miliardi di dollari, ma la possibilità che nel giro di qualche anno esploda una bolla finanziaria è concreta e le conseguenze potrebbero essere devastanti a livello globale”.
A quel punto, però, Trump chissà dove sarà e probabilmente non sarà la sua amministrazione a gestire questo potenziale terremoto finanziario. C’è da dire che a confronto di questa prospettiva il “Big, Beautiful Bill” e il suo possibile impatto sul deficit americano sembra quasi innocuo. “Non lo è, ma è parte di un disegno più rischioso e se c’è un bluff i mercati prima o poi verranno a guardare le carte”.