editoriali

Berlino contro l'unione bancaria

Redazione

Merz frena l’integrazione europea e ostacola Unicredit (insieme a Meloni)

L’Unione bancaria europea può attendere. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, non solo ha snobbato il tentativo conciliante dell’ad di Unicredit, Andrea Orcel, di trovare una sintesi sull’operazione Commerzbank (gli ha chiesto di rivolgersi direttamente ai vertici della banca), ma ha inferto un duro colpo al processo di formazione del mercato unico dei capitali. Merz, durante un forum bancario a Berlino, ha respinto l’idea di un’assicurazione comune dei depositi nell’Unione europea sostenendo che non c’è ragione per mettere sotto un’unica insegna i sistemi di responsabilità civile dei singoli stati membri. L’assicurazione sui depositi è considerata fondamentale per rafforzare i legami finanziari e creare una sovranità dell’Unione. La posizione intransigente di Merz, tra l’altro, stride con quella espressa neanche quindici giorni fa dal presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, il quale, invece, aveva sottolineato l’importanza dell’unione bancaria come strumento per rafforzare la costruzione europea. Ma tant’è e le dichiarazioni di Merz a un pubblico di dirigenti di banche cooperative tedesche sono state accolte con un caloroso applauso. L’aria che tira in Germania, insomma, non è delle migliori per Orcel. Berlino vuole il controllo delle leve del sistema finanziario e bancario ed è esattamente ciò che anche il governo italiano sta mostrando di volere e, peraltro, per le stesse ragioni: tutela dell’occupazione e dei territori, finanziamenti alle Pmi e controllo di banche sistemiche. Tutto questo fa pensare a una convergenza di vedute tra la cancelleria tedesca e Palazzo Chigi, che non gioca a favore della creazione di campioni bancari europei. Ma non gioca neanche a favore dell’idea, sostenuta da alcuni, che il governo possa dare realmente una mano a Unicredit in Germania se rinunciasse all’operazione con Banco Bpm. L’unica possibilità per Orcel resta il pronunciamento del Tar il 9 luglio sulla legittimità dell’utilizzo del golden power per operazioni tra banche italiane. Almeno si metterà un punto fermo.