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Via libera dall'Antitrust Ue alla fusione Unicredit–Banco Bpm
Per Bruxelles, l'impegno della banca di piazza Gae Aulenti di cedere 209 filiali fisiche situate in 181 aree italiane risolve a pieno le preoccupazioni in materia di concorrenza che l'operazione aveva fatto emergere. Respinta la richiesta dell'Agcm: “Nessun motivo valido per il rinvio dell'operazione all'Italia”
L'antitrust Ue ha approvato l'acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit, che risulterebbe dal successo dell'offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata dalla banca di piazza Gae Aulenti e attualmente sospesa. Bruxelles ha dunque dato il via libera alla fusione sulla base al regolamento Ue sulle concentrazioni. Ma tale approvazione è subordinata al pieno rispetto degli impegni offerti da Unicredit per rispondere alle preoccupazioni della Commissione riguardanti il livello di concorrenza nel settore bancario italiano. Proprio a tale scopo, Unicredit si è impegnata a cedere 209 filiali fisiche situate in 181 aree problematiche di sovrapposizione, in tutta Italia. E gli impegni offerti dalla banca, per l'Antitrust comunitaria “risolvono pienamente le preoccupazioni in materia di concorrenza” individuate, “eliminando la sovrapposizione orizzontale tra le attività delle società in queste aree e garantendo il mantenimento della concorrenza”.
Nella nota, infatti, viene spiegato che a livello locale la fusione avrebbe comportato timori di concorrenza per depositi e prestiti per consumatori "retail" e per i servizi alle pmi. Data la forte sovrapposizione orizzontale tra le attività delle società e delle filiali in 181 aree locali, Bruxelles temeva che le stesse società avrebbero raggiunto un "potere di mercato eccessivo che potenzialmente condurrebbe a prezzi più alti e a ridotta concorrenza in quelle aree". A livello regionale, invece, non ci sono preoccupazioni sui servizi per i grandi clienti corporate in quanto “diversi altri concorrenti consolidati rimarrebbero attivi sul mercato anche dopo l'operazione". Così come non ci sono preoccupazioni su possibili rischi di coordinamento nel mercato nazionale a causa della natura frammentata e competitiva del mercato, della scarsa trasparenza dei prezzi al consumo, e dello scarso monitoraggio da parte dei concorrenti del loro rispettivo comportamento sul mercato sia a livello regionale che provinciale".
Contemporaneamente al via libera, la Commissione ha respinto la richiesta dell'Agcm, l'autorità nazionale garante della concorrenza, di trattare l'operazione in Italia. Per l'esecutivo Ue, infatti, "non sussistono motivi validi che giustifichino il rinvio dell'operazione all'Italia”. L'Antitrust Ue ha "un interesse particolare" a garantire il mantenimento della concorrenza in settori quali quello bancario e assicurativo, che rivestono un'importanza "cruciale" per lo sviluppo economico dell'Unione dei mercati dei capitali e dell'Unione del risparmio e degli investimenti. Inoltre, la Commissione “è nella posizione ideale per gestire l'operazione, avendo maturato una significativa competenza nell'analisi dei mercati bancari”.
