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l'intervento

Savona (Consob): "Pronto ad andarmene se non sono più gradito"

Redazione

Il presidente della Consob apre al passo indietro dopo l'irritazione filtrata dal governo per la delibera assunta dall'authority che ha sospeso per 30 giorni l'Ops di Unicredit su Banco Bpm

"Sempre pronto ad andarmene. Io vado via quando a un certo punto non sono più gradito, questo in tutte le istituzioni". Lo ha detto il presidente della Consob, Paolo Savona, a chi gli chiedeva delle critiche da parte di alcuni esponenti politici e di una presunta irritazione del governo dopo la delibera assunta dall'authority che ha sospeso per 30 giorni l'Ops di Unicredit su Banco Bpm. Alla domanda se non si sentisse più gradito e se potesse lasciare prima del mandato, Savona ha risposto: "Ho un'età tale che la saggezza incombe, significa che uno quando è saggio se ne deva andare in queste condizioni". 

 

 

La mossa della Consob è un'iniziativa che ha rarissimi precedenti nella storia della finanza italiana, pur essendo prevista dalle norme, e ha l'effetto di fermare i giochi per un mese facendo slittare a fine luglio la chiusura dell’offerta sulla banca milanese. Il che vuol dire lasciare il tempo all’ad di Unicredit, Andrea Orcel, di provare ad approfondire il confronto con il governo Meloni sul golden power. E proprio in mattinata, con una nota, Unicredit ha fatto sapere che presenterà ricorso al Tar per "sciogliere le riserve esistenti sulla legittimità" dello strumento, così come applicato in questo caso ai sensi del diritto italiano e dell'Unione europea. 

"La Consob è un organo collegiale che lavora con gli uffici, da quello legale a quello degli emittenti e della trasparenza del mercato", ha spiegato oggi Savona dal Festival dell'Economia di Trento per dettagliare la decisione di adottare la delibera. "Il risultato – ha aggiunto – è la somma di tutte queste riflessioni". 

Da Banco Bpm la chiusura resta netta. "Siamo rimasti estremamente sorpresi dal provvedimento Consob, tanto che faremo ricorso al Tar per difendere le nostre ragioni", ha detto in un'intervista al Sole 24 Ore il ceo Giuseppe Castagna, che oggi ha acquistato delle pagine per un'inserzione a pagamento su diversi giornali per ribadire la contrarietà all'offerta di Unicredit. Secondo Castagna la delibera dell'authority  “è una decisione abnorme che ci blocca come banca, ci impedisce di dire la nostra sul mercato e non tiene conto dell’interesse dei nostri azionisti”.

 

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