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Perché la decisione della Consob ha indispetto il governo. L'annuncio di Unicredit

Mariarosaria Marchesano

Con la sospensione dell’Ops Unicredit-Bpm, la Commissione nazionale per le società e la borsa rompe la neutralità e scatena tensioni con il governo: ora la partita bancaria rischia di spostarsi dalle borse alle aule dei tribunali

Finora la Consob si era mantenuta abbastanza distante dal risiko bancario, tranne, ovviamente, per tutti gli adempimenti inerenti alle offerte in corso. Anche quando ci sono state dichiarazioni inopportune da parte di membri del governo, per esempio quando il ministro Matteo Salvini ha detto che Unicredit non è una banca italiana, l’autorità di vigilanza guidata da Paolo Savona ha sempre evitato di intervenire lasciando che gli attori di questo processo, tutti quotati in Borsa e, quindi, con miliardi di azioni nelle tasche di investitori istituzionali e piccoli risparmiatori, se la sbrigassero un po’ da soli. Approccio che non ha mancato di suscitare qualche perplessità quando commenti e rumor incontrollati hanno creato scossoni dei titoli in Borsa. Ma, accogliendo la richiesta di Unicredit di sospendere l’ops su Banco Bpm, Savona ha compiuto un passo che fa capire che la Consob non starà più a guardare. Peccato, che la decisione, assunta peraltro da un collegio di commissari con il voto favorevole dello stesso Savona, sebbene assolutamente legittima, ha provocato più di un mugugno all’interno della maggioranza che punta a mantenere una posizione ferma, anche se non univoca, sui paletti imposti a Unicredit per la scalata a Bpm, e rischia di rimettere l’esito dell’operazione alle aule giudiziarie.

Eloquente la posizione di Marco Osnato (Fratelli d’Italia), presidente della commissione finanze della Camera, il quale si è dichiarato “sorpreso” per l’intervento dell’Autorità che potrebbe fare apparire “erronee” le valutazioni fatte finora da Palazzo Chigi sul Golden Power. Come se non bastasse, le due banche sembrano propense a intraprendere una battaglia legale che potrebbe svolgersi sul terreno della giustizia amministrativa. “Un provvedimento abnorme e in contrasto con la prassi dell’autorità medesima che non tiene in alcun conto degli interessi della banca, del mercato e degli azionisti di Banco Bpm. Conseguentemente, la banca adotterà ogni opportuna iniziativa”, è la dura reazione dell’istituto milanese guidato da Giuseppe Castagna, il quale sostiene addirittura che ricorrano le condizioni per una decadenza dell’ops di Unicredit. Bpm si sente penalizzata anche perché lo slittamento del termine dell’offerta da fine giugno a fine luglio, aggrava i limiti del management nella gestione strategica della banca in virtù della “passivity rule”.

 

Per questa ragione, fonti vicino alla banca fanno sapere che a fronte del provvedimento Consob potrebbe essere inoltrato un ricorso al Tar del Lazio. Dal canto suo, la Consob ha fatto presente di avere ritenuto necessario sospendere l’offerta di Unicredit su Banco Bpm proprio in quanto la situazione di incertezza che si è creata non consente ai soci della banca milanese un “fondato giudizio” sull’offerta stessa, che vuol dire possedere tutti gli elementi a disposizione, considerato che Unicredit ha presentato alla presidenza del Consiglio “istanza di autotutela” proprio sulla questione Golden Power. Insomma, la Consob, nel comunicare la sua posizione, ha rivelato  che l’istituto guidato da Andrea Orcel è tornato all’attacco con Palazzo Chigi sperando di riaprire un confronto sulle prescrizioni poste all’operazione. Iniziativa che è possibile Unicredit decida di spiegare più nei dettagli chiarendo anche quali sono le altre iniziative che intende intraprendere.  Morale della favola, la partita bancaria si sta molto complicando mentre Savona è riuscito a entrare in rotta di collisione con l’esecutivo.

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