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Il governo non se ne vanta, ma i nostri Btp piacciono allo Straniero
La quota di debito pubblico italiano in mano a investitori esteri è in aumento, ma il governo tace frenato dalla sua stessa retorica sovranista. Un peccato questo silenzio su un effettivo successo italiano
La Banca d’Italia, nella sua pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”, comunica che a febbraio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) la percentuale del debito detenuta dai non residenti è aumentata al 31,9 per cento (dal 31,4 dello scorso gennaio), mentre quella detenuta dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è aumentata al 14,3 per cento (dal 14,2 del mese precedente). Prosegue dunque il trend di incremento del possesso del nostro debito pubblico da parte dei non residenti. Un fenomeno alimentato dal fatto che i nostri Btp sono e restano i titoli sovrani più remunerativi per gli investitori in Eurozona. Ovviamente, questa condizione di per sé non è affatto sufficiente a giustificare l’interesse dei non residenti. Che invece deriva dalla capacità sin qui mostrata dal governo Meloni di tenere complessivamente stretti i cordoni della borsa, oltre che dal contesto macroeconomico dell’Eurozona, con la Banca centrale europea impegnata a ridurre i tassi e la Germania che ha gettato il cuore oltre il pareggio di bilancio promuovendo una maxi misura di keynesismo militare d’antan, col neo cancelliere Friedrich Merz, soggetto piuttosto prono alle gaffe o forse qui semplicemente sincero, a proclamare che quello tedesco diverrà l’esercito più potente d’Europa, facendo scorrere brividi di storica inquietudine lungo le schiene più consapevoli.
Tornando al debito italiano, la situazione è complessivamente positiva, anche se restiamo il paese dell’Eurozona col debito pubblico più oneroso all’emissione. Ma il ritrovato successo dei nostri Btp presso i non residenti è taciuto da un governo e da una maggioranza che in condizioni normali sbandierano successi veri e immaginari. Come accaduto alla premier durante il question time di mercoledì quando, leggendo degli appunti, Giorgia Meloni ha proclamato che, con lo spread decennale sotto i cento punti base, il nostro debito pubblico sarebbe più sicuro di quello tedesco. Uno sfondone da collezione, persino nel contesto italiano dove il fact checking è da tempo sepolto.
Meloni non può menare vanto per il fatto che i Btp, parte del Made in Italy, piacciono allo Straniero: ciò andrebbe contro anni di predicazione a “riportare il nostro debito in mani italiane”, e quindi qualche ultranazionalista potrebbe bacchettarla per svendita della Patria. Un vero peccato, questo silenzio su un effettivo successo italiano, che ha il torto di andare contro la vulgata patriottica e un po’ strabica di cui questo governo si nutre e vorrebbe nutrire la Nazione. Né si correrebbe il rischio di subire correzioni: in un paese in cui un capo di governo può impunemente affermare che pagare un punto percentuale più della Germania per collocare il proprio debito equivale a maggior sicurezza e solidità, cambiare versione e dire che esportiamo Btp perché “il mondo ha fame d’Italia” sarebbe uno spin di successo. Ma ora forse è meglio lavorare per fare in modo che i Btp rendano sempre meno, in Europa. Del resto, se la guerra è pace, la schiavitù è libertà e l’ignoranza è forza, il meno può tranquillamente essere il più, e sarebbe un vantaggio anche per tutti noi patriottici contribuenti.