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Il decreto

Da oggi diesel più caro e benzina più economica: entra in vigore l'allineamento delle accise

Redazione

Primo cambio di aliquota sui due carburanti. Tutti gli incassi generati confluiranno in un fondo nazionale a sostegno del trasporto pubblico. Le opposizioni parlano di nuova tassa, ma è un taglio dei sussidi ambientalmente dannosi

Da oggi è in vigore il riallineamento delle accise sui carburanti approvato dal governo a marzo. Con il decreto dei ministeri competenti pubblicato ieri in tarda serata e in vigore da questa mattina, viene disposta una riduzione dell'aliquota sulla benzina di 1,5 centesimi al litro e un aumento di 1,5 centesimi dell'aliquota sul gasolio. Di conseguenza, il diesel costerà di più e la benzina di meno. Per effetto del decreto ministeriale le accise sono dunque rideterminate nelle seguenti misure: per la benzina si arriva a 713,40 euro per mille litri, mentre per il gasolio usato come carburante 632,40euro per mille litri. Tutti gli incassi generati confluiranno in un fondo nazionale a sostegno del trasporto pubblico

La misura aveva già ottenuto l'ok del Consiglio dei ministri a marzo, con l'approvazione del decreto legislativo sul riordino delle accise, su cui già si erano espressi positivamente Camera e Senato nei mesi precedenti. Il provvedimento prevede che da qui a cinque anni l'accisa sul gasolio sia allineata a quella sulla benzina, con un aumento della prima e una riduzione della seconda pari a 1-1,5 centesimi al litro per ciascun anno. Il provvedimento era stato indicato già a settembre nel Piano strutturale di bilancio, in risposta all’impegno preso dall’Italia nei confronti dell’Unione europea, che considera il disallineamento come un “sussidio ambientalmente dannoso". 

Nonostante questo, l'opposizione attacca. Ha parlato di una “ennesima tassa Meloni” il capogruppo del Movimento cinque stelle al Senato, Stefano Patuanelli, sottolineando che “questi aumenti si scaricheranno sul carrello della spesa e sui costi sostenuti dalle aziende”. Mentre per la senatrice di Italia viva, Silvia Fregolent si tratta della “ennesima dimostrazione di un governo che predica in un modo e tassa in un altro, e a pagare sono sempre i cittadini”.

Già prima di entrare in vigore, il riallineamento aveva suscitato malumori in casa Pd e Alleanza Verdi e Sinistra:  il senatore Tino Magni (Avs) aveva bollato la misura come “una vera e propria stangata per i possessori di automobili a gasolio e una nuova tassa per gli italiani già alle prese con l'aumento delle bollette energetiche, l'inflazione e i bassi salari”. Dimenticando forse che proprio nel programma di Avs presentato alle scorse elezioni europee fosse scritto che “l’incremento del trasporto pubblico (possibilmente elettrico) porterebbe a un grande miglioramento della qualità dell’aria, nonché a grandi risparmi nel consumo di combustibili fossili (benzina, diesel)”. In linea, curiosamente, con il provvedimento appena entrato in vigore, che proprio sul trasporto pubblico indirizza gli incrementi incassati. 

 

 

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