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Sfida ceca a Mfe. Controfferta del gruppo Ppf sulla tedesca Prosiebensat per fermare l'opa di Mediaset
Il lancio di un'offerta sul broadcaster tedesco da parte del gruppo ceco potrebbe rappresentare un possibile ostacolo sulla strada della creazione di un campione europeo dei media a controllo italiano. Ma non è detto che non si riesca a trovare un punto d’incontro
La Germania sta diventando terreno sempre più difficile per banche e imprenditori italiani. Il lancio di un’offerta concorrente a quella di Mfe-Mediaset sul broadcaster tedesco Prosiebensat da parte del gruppo ceco Ppf potrebbe rappresentare un ostacolo sulla strada della creazione di un campione europeo dei media a controllo italiano. Questa vicenda si spiega con dinamiche più aziendali che politiche rispetto all’operazione di Unicredit su Commerzbank – il caso vuole che la banca guidata da Andrea Orcel sia capofila del gruppo di istituti che finanziano l’operazione della società della famiglia Berlusconi – ma non cambia il fatto che espandersi in altri paesi stia diventando faccenda sempre più complicata in una fase in cui governi ma anche blocchi di potere economici e manageriali alzano barriere nei confronti dello “straniero”.
Va detto che sul piano strettamente tecnico l’opa lanciata ieri mattina da Ppf, fondata dal defunto imprenditore plurimiliardario Petr Kellner (morto in un incidente nel 2021) e già proprietaria di circa il 13 per cento di Prosieben, non è una vera controfferta perché è limitata al 29,9 per cento del capitale mentre quella avanzata da Mfe è sul 100 per cento. Di fatto, però, è una mossa inattesa e che si pone in termini alternativi al progetto di Cologno Monzese. La stessa Ppf ha descritto la sua proposta come più “avvincente” di quella di Mfe (il prezzo è più alto ed è tutta cash, cosa che ha fatto schizzare il titolo Prosieben del 17 per cento a Francoforte), ma soprattutto il board della società televisiva tedesca ha espresso il suo “gradimento”, cosa che non aveva fatto quando c’è stato il lancio dell’offerta italiana. “Ppf è un nostro investitore di lunga data e vanta una profonda conoscenza del nostro business”, ha dichiarato il ceo di Prosieben, Bert Habets. L’impegno del gruppo ceco sarebbe testimoniato, secondo Habets, “dai termini della sua offerta”, quindi dal prezzo, e dal supporto alla strategia di trasformazione digitale messa in piedi dal management.
Insomma, si scopre una sintonia di vedute quando fino a poco tempo fa la stessa Ppf non ha mancato di criticare l’operato dei vertici di Prosebien, come del resto ha fatto Mfe, soprattutto per quanto riguarda il programma di dismissioni di asset non strategici finalizzato ad alleggerire l’indebitamento (2,3 miliardi) frutto di una gestione evidentemente non brillante. Ma vediamo perché lo scenario si potrebbe complicare per l’ex Mediaset. Il rischio è che si creino due minoranze di blocco all’interno del consiglio di sorveglianza di Prosieben, che vuol dire il terreno ideale per battaglie sulle scelte aziendali e finanziarie nonché su nomine e licenziamenti di consiglieri e dirigenti. E non si tratta di uno scenario ipotetico. Il gruppo ceco, conquistando il 30 per cento, arriverebbe ad avere più o meno lo stesso peso della società dei Berlusconi, la quale, ha sì lanciato un’opa per salire oltre il 30 per cento che è già da tempo in suo possesso, ma punta più a salire di poco nel capitale che a raggiungere una quota di maggioranza (anche perché questo vorrebbe dire farsi carico dell’ingente indebitamento).
Insomma, con due grandi azionisti in disaccordo sulle decisioni, la prospettiva di ingovernabilità è concreta. L’obiettivo di Mfe è sempre stato quello di sfruttare il potenziale di cooperazione tra la divisione tedesca e i suoi canali spagnoli e italiani. Di fronte all’incalzante concorrenza di giganti statunitensi come Netflix, infatti, l’unica strada percorribile in Europa è cercare di creare sinergie ed economia di scala tra paesi centralizzando la gestione, gli investimenti in tecnologie e gli acquisti di contenuti televisivi provando così a proteggere le produzioni locali. E’ questo che sta provando a fare il gruppo italiano, che rispetto a Ppf che è una conglomerata presente anche in altri settori, dalle banche alle assicurazioni, è concentrata sul settore dei media. Dal 2022, la società guidata da Pier Silvio Berlusconi ha lanciato la campagna d’Europa, con la doppia mossa su Spagna e Germania, ma guardando anche ad altri potenziali mercati. Mentre il processo di consolidamento della Mediaset spagnola si è concluso senza intoppi, l’espansione in Germania ha cominciato a incontrare i primi attriti quando Prosieben, che è sempre stata una public company, ha dovuto fare i conti con un nuovo socio forte come Mfe che ha chiesto una maggiore focalizzazione sul core business, visti gli scarsi risultati raggiunti. E ora è arrivata la ceca Ppf, con la quale, però, in futuro, non è detto che Mfe non riesca a trovare un punto d’incontro.