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Politica monetaria

Le Fed lascia i tassi invariati: “Rischio di maggiore disoccupazione e inflazione”

Redazione

I dazi e le incertezze sulle prospettive economiche degli Stati Uniti hanno condotto la banca centrale americana a non tagliare il costo del denaro, come più volte auspicato da Trump. Powell: “Non dobbiamo avere fretta. Vedremo se l'Amministrazione negozierà con i paesi”. Oggi atteso un accordo con il Regno Unito

La Federal Reserve ha scelto di mantenere invariati i tassi di interesse fra il 4,25 e il 4,50 per cento. Sebbene il tasso di disoccupazione si sia stabilizzato a un livello basso negli ultimi mesi e le condizioni del mercato del lavoro siano solide, si legge nel comunicato diffuso ieri, “l'inflazione rimane piuttosto elevata” e “l'incertezza sulle prospettive economiche è ulteriormente aumentata”. Non a caso, il board guidato da Jerome Powell ritiene che “i rischi di una maggiore disoccupazione e di una maggiore inflazione siano aumentati”.

Sullo sfondo incombono gli ultimi dati relativi al pil americano, sceso dello 0,3 per cento nei primi tre mesi dell'anno, in netta frenata rispetto a una crescita del 2,4 per cento registrata nel trimestre precedente. Uno scenario non particolarmente favorevole per un eventuale allentamento dei tassi. Rivolgendosi ai giornalisti dopo l'incontro, Powell ha infatti affermato di non poter fornire una tempistica per i prossimi tagli: “Dovremo vedere come si evolverà la situazione. Ci sono casi in cui sarebbe opportuno tagliare i tassi quest'anno. Ci sono casi in cui non lo sarebbe. E non lo sappiamo ancora”. Tuttavia, ha proseguito il numero uno della Fed, “siamo in una buona posizione per attendere e vedere. Non dobbiamo avere fretta, l'economia è stata resiliente e sta andando bene. Vedremo se l'Amministrazione negozierà con i paesi sui dazi”. La decisione migliore, per ora, è dunque attendere che il dialogo degli stati colpiti dalle misure restrittive trumpiane e lo stesso presidente americano conducano verso risultati concreti. Proprio oggi Downing Street ha reso noto che il primo ministro britannico Keir Starmer annuncerà in giornata un accordo su dazi tra Gran Bretagna e Stati Uniti, definendo gli Usa un “alleato indispensabile per la nostra sicurezza economica e nazionale”.

La decisione della Fed si pone in aperto contrasto con i desiderata di Trump. Più volte, nei mesi scorsi, il tycoon ha esortato il board a tagliare i tassi, forzando di fatto la tradizionale autonomia e indipendenza che caratterizza il rapporto delle banche centrali con i governi nazionali. Non sono mancati, poi, diversi attacchi personali indirizzati direttamente a Powell da parte del presidente americano: prima accusandolo di essere “sempre troppo in ritardo" nel tagliare i tassi, per poi definirlo “un grande perdente”. Tuttavia, le esternazioni del presidente americano, “non influenzano il nostro lavoro o il modo in cui lo facciamo”, ha dichiarato  Powell in conferenza stampa. Scandagliando su Truth non si trova ancora un commento al riguardo da parte del tycoon, ma non è difficile presumere il suo disappunto. 

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