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Il discorso

Tutelare le democrazie combattendo il modello bit-coin. Lezione di Panetta

“Dobbiamo lavorare su due fronti: accordi bilaterali di interconnessione tra sistemi di pagamento, e piattaforme multilaterali tra regioni affini. Non sono alternative, ma possono coesistere. Creando una rete globale più efficiente e resiliente”. Le parole del governatore della Banca d'Italia

Il 6 maggio 2025, in occasione del side event della Banca d’Italia durante la 58ª Riunione annuale della Banca asiatica di sviluppo (ADB) a Milano, il governatore Fabio Panetta ha tenuto un discorso intitolato “Invisible yet essential: the contribution of cross-border payments to a better world and a safer financial system”. Pubblichiamo un estratto

 


   

I pagamenti sono l’infrastruttura invisibile su cui si regge l’intero sistema finanziario. Quando funzionano bene, nessuno li nota. Ma se qualcosa va storto, tutto si blocca: persone, imprese, economie. E se questo è vero a livello nazionale, lo è ancor più per i pagamenti transfrontalieri, che oggi restano troppo lenti, costosi e opachi. La sola tecnologia non basta: servono regole comuni, sistemi interoperabili, volontà politica. Nel 2024 il mercato globale dei pagamenti oltreconfine ha superato i 190 trilioni di dollari, quasi il doppio del pil mondiale. È destinato a superare i 300 trilioni nei prossimi dieci anni. Eppure, continuiamo a usare un modello vecchio, il correspondent banking, che si affida a lunghe catene di intermediari.

Negli ultimi anni, questo modello si è anche ridotto: tra il 2011 e il 2022, il numero di banche corrispondenti è diminuito del 30 per cento, fino al 50 per cento in alcune regioni. Il risultato? Più costi, meno concorrenza, accesso ridotto ai pagamenti globali. In questo scenario sono emerse nuove soluzioni: blockchain, cripto-asset, stablecoin. Ma le cripto non garantite sono instabili, rischiose e spesso inutili come strumenti di pagamento. Le stablecoin, se ben regolate, possono avere un ruolo, ma rischiano di frammentare il sistema, soprattutto in assenza di una cornice normativa condivisa tra Europa e Stati Uniti. Dobbiamo fare meglio. Perché dietro queste inefficienze ci sono persone reali. Le rimesse, per milioni di famiglie nei paesi a basso reddito, sono la principale fonte di sostentamento. Nel 2023, l’Asia-Pacifico ha ricevuto il 38 per cento delle rimesse globali: 328 miliardi di dollari. Ma spedire 200 dollari può costare fino al 10 per cento della somma. E molte persone, soprattutto donne, restano escluse dai circuiti formali, costrette a usare canali informali e insicuri. Il G20 ha lanciato una Roadmap ambiziosa per affrontare tutto questo. E come presidente del Comitato sui sistemi di pagamento e infrastrutture di mercato (Cpmi), posso dire che molti progressi sono stati fatti: abbiamo esteso gli orari operativi dei sistemi di pagamento, facilitato l’accesso per nuovi attori, definito regole comuni per i messaggi ISO 20022.

Ma non basta. Serve un’adozione ampia e coordinata. Servono regole AML/CFT allineate, meno ostacoli normativi, più trasparenza per gli utenti. Il contesto non ci aiuta. La frammentazione geopolitica sta trasformando le infrastrutture finanziarie in strumenti di influenza politica. Alcuni paesi vogliono sistemi autonomi, per rafforzare la propria sovranità. Ma così facendo, aumentano i rischi di disconnessione. Per questo dobbiamo lavorare su due fronti: accordi bilaterali di interconnessione tra sistemi di pagamento, e piattaforme multilaterali tra regioni affini. Non sono alternative: possono coesistere, creando una rete globale più efficiente e resiliente. L’Asia è un laboratorio prezioso: qui si sperimenta, si innova, si costruiscono collegamenti concreti tra sistemi. Dobbiamo osservare e imparare. Perché integrare i pagamenti non è solo questione di efficienza: significa migliorare le vite, ridurre le disuguaglianze, rafforzare la stabilità. In un mondo sempre più interdipendente, ogni connessione conta. Lo ripeto: i pagamenti non trasferiscono solo denaro. Spostano fiducia, sicurezza, speranza. E dove i pagamenti si fermano, si ferma anche il progresso.
Grazie.

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