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Editoriali
Il risiko di Intesa può attendere
Messina si tiene fuori dalla “confusione” del consolidamento e stronca tutti i rumors che lo vorrebbero sul punto di essere coinvolto in uno dei dossier più caldi. Il passo successivo
Chi si attendeva che la presentazione dei conti del primo trimestre 2025 fosse l’occasione per annunciare la discesa nel campo del risiko bancario di Intesa Sanpaolo è rimasto deluso. Il ceo, appena confermato, Carlo Messina è partito ricordando di aver parlato qualche tempo fa di “grande confusione” nel consolidamento. “Quello che vediamo oggi è un aumento di questa confusione”, ha aggiunto. “E’ meglio rimanere focalizzati sui risultati per gli azionisti”. Messina ha così stroncato tutti i rumors che lo vorrebbero sul punto di essere coinvolto in uno dei dossier più caldi, il riassetto del gruppo Generali, che con l’ultima mossa di Mediobanca (l’ops su Banca Generali) potrebbe prendere una nuova piega. Ma nonostante Messina insista col dire che quel che vede oggi è uno scenario affollato e confermi la sua opinione che è meglio stare fuori dai giochi, è legittimo porsi la domanda su cosa farà il ceo della più grande banca italiana quando la confusione sul mercato diminuirà e almeno alcuni tasselli andranno a posto.
Ma, forse, c’è tempo per pensarci più in là visto che Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il primo trimestre di quest’anno con un risultato netto di 2,6 miliardi (“il migliore di sempre”) e vede per il 2025 un risultato di oltre 9 miliardi frutto della crescita organica della banca, ritiene di trovarsi in una posizione favorevole per aumentare la sua redditività nonostante la discesa dei tassi d’interesse che tutti temono. Avere puntato, in tempi non sospetti, a creare in casa un polo di wealth management (gestioni patrimoniali e del risparmio) si è rivelata per Intesa la chiave giusta per continuare a svilupparsi anche in scenari altalenanti di mercato. Tanto più che, ha tenuto a sottolineare lo stesso Messina, il rating dell’Italia nel campo del risparmio è praticamente una tripla A e che stiamo vivendo una fase positiva di stabilità grazie “Giorgetti e Meloni che stanno gestendo il debito e la reputazione del paese”. Insomma, il risiko può attendere.