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il commento

Così il tampone per chi viaggia può far schiantare i dati del traffico aereo

Andrea Giuricin

Il certificato verde europeo ha permesso al settore di ripartire, dopo mesi di incertezza normativa. Ora si teme l'effetto delle nuove restrizioni, introdotte a 24 ore dall'entrata in vigore 

Il 2020 è stato per il trasporto aereo il peggiore della storia in quanto a diminuzione del traffico aereo: in Italia hanno volato solamente 40 milioni di passeggeri contro i circa 160 milioni dell’anno precedente. Purtroppo, il 2021 è stato altrettanto complesso e i dati di Assaeroporti, l’associazione italiana dei gestori degli aeroporti, evidenziano che tra gennaio e ottobre di questo anno la caduta del numero di passeggeri è stata del 67 per cento rispetto al 2019 (i dati considerano i passeggeri solo in partenza per i voli nazionali).

Il certificato verde digitale introdotto dalla Commissione europea nel corso di questo anno ha aiutato il settore, rendendo possibile viaggiare all’interno dell’Unione europea. Infatti per cittadini vaccinati non vi era più la necessità di fare tamponi in partenza o periodi di quarantena. Questa “normalizzazione” europea ha indubbiamente sostenuto il settore aereo, che ha sofferto fin dall’inizio della pandemia di una mancanza di coordinazione tra i diversi stati in termine di regolamentazione.

L’incertezza della regolazione è forse uno dei punti più critici per il trasporto aereo da quando è scoppiata la pandemia. La decisione di cancellare il certificato verde europeo, contenuta nell'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza arrivata ieri sera a sorpresa e senza un vero preavviso, avrà certamente un impatto sul settore. Si poteva anche decidere di eliminare il green pass europeo come aveva fatto il Portogallo e si poteva anche decidere di introdurre il tampone all'ingresso come aveva fatto la Svizzera all’inizio del mese di dicembre.

Il problema di base è che comunque si distrugge il sistema europeo di certificato verde digitale che aveva ben funzionato, tanto che la Commissione ha chiesto chiarimenti al governo italiano. Un altro problema è che l'ordinanza è stata adottata con poco più di 24 ore di anticipo rispetto all'entrata in vigore. Tuttavia, è bene sottolineare che da tempo si sapeva che l'ordinanza precedente sarebbe scaduta il 16 dicembre e che si sarebbe dovuta prendere una decisione a riguardo. Invece è stata presa una decisione rilevante senza alcun preavviso e senza anticipare nulla agli stakeholders del settore. Qualcosa di incomprensibile dopo quasi due anni di pandemia.

Come si sottolineava precedentemente, la mancanza di regolazione certa distrugge ancor più tutto il settore del trasporto che già è nel mezzo della sua crisi più grave di sempre. La velocità con cui sono state prese queste decisioni è invece da comparare con la lentezza nel fare arrivare gli aiuti al settore del trasporto aereo (con l’eccezione Alitalia).

In conclusione, è bene ricordare che i dati per il 2022 rischiano di essere molto complessi visto l’andamento pandemico e che le decisioni dei governi rischiano di aumentare l’incertezza per un settore che sta già attraversando il periodo più difficile della sua storia.

 

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