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Editoriali

L'istruttivo flop del bonus vacanze

Redazione

Solo metà del fondo è stata utilizzata. La differenza tra assistenza e libertà di fare

Anche per il 2021, come già lo scorso anno, per i bonus vacanze si profila il flop. Nel 2020 ne erano stati richiesti 1,88 milioni per un controvalore di 829 milioni, dei quali 750 mila utilizzati. Quest’anno a fine agosto i nuovi bonus utilizzati sono 300 mila, meno della metà, a fronte di 1,087 milioni di richieste. Il governo ha risparmiato spendendo circa un quinto dei 2,4 miliardi stanziati per rendere più facili, in èra Covid, le vacanze degli italiani e gratificare i bilanci di alberghi e affittacamere. Ma è l’intera politica dei bonus in situazioni critiche a uscirne sconfitta.

 

Si sono sottovalutate sia le difficoltà a pianificare le ferie, e le complicazioni burocratiche connesse al bonus, sia ancora di più l’attitudine delle persone a decidere dove andare, come gli pare, quando gli pare e con chi gli pare. Né risulta storicamente che gli italiani siano a corto di iniziativa in tema di vacanze e viaggi. Probabilmente questo bonus era stato considerato di elevato valore sociale dall’allora governo rossogiallo (paradossalmente come le vacanze organizzate dal regime nel famoso ventennio), al pari di altri bonus simili per baby sitter e badanti, per non parlare del super cashback per gli acquisti con carte. A questi intenti pedagogici si sono sommati gli interessi elettorali di Lega e FdI a tutelare le categorie del turismo considerate più vicine. In realtà i soli bonus che negli anni scorsi hanno funzionato sono stati quelli in busta paga di Matteo Renzi e quelli egualmente renziani su libri, cinema e pc. Avevano una caratteristica: lasciare ai beneficiari la libertà di scegliere come spendere e al mercato libertà di offerta. Ora che il risparmio delle famiglie raggiunge altri record (più 60 miliardi da maggio 2020 a maggio 2021) e mentre si profilano altri bonus sarebbe meglio lasciar fare alla libera iniziativa e impiegare i soldi pubblici, per esempio, per l’istruzione e la formazione.

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