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editoriali

Più stimoli, meno sussidi

Redazione

I numeri della crescita americana mostrano una strada anche per l’Italia

Il pil degli Usa è cresciuto nel secondo trimestre 2021 del 6,5 per cento, il che ha deluso le attese degli analisti, che si aspettavano due punti in più. Il dato segue comunque gli aumenti del 6,3 e del 4,3 dei due trimestri precedenti, riportando l’economia americana a superare i livelli pre Covid. La delusione, vera o eccessiva, presumibilmente si tradurrà in cautele e pressioni sulla Federal Reserve a non dare il via al rialzo dei tassi. La Banca centrale europea ha già detto di non voler intraprendere questa strada; è ancora presto.

 

Se negli Stati Uniti il pil è sostenuto soprattutto dai consumi, in aumento di circa il 12 per cento con conseguenti timori d’inflazione, in Italia il motore del paese che riparte è nella fiducia delle imprese che tocca i massimi di sempre, mentre risale anche quella dei consumatori. A luglio l’indice delle aziende è salito da 112,8 a 116,3 punti, “raggiungendo il valore più elevato di tutta la serie storica”, iniziata a marzo 2005, dice l’Istat. È la conferma di quanto già sancito dal Fondo monetario internazionale che ha ulteriormente alzato le stime sulla crescita dell’Italia per l’anno in corso e per il prossimo, dello 0,7 per cento che corrisponde a un pil del 4,9 per cento nel 2021, e dello 0,6 nel 2022, per un pil a più 4,2.

 

Non è solo festa però. In Germania, partner fondamentale, resta stagnante la fiducia dei consumatori e si raffredda il mercato del lavoro, ed è assurdo esercitarsi in rivalse nazionaliste. In Italia del resto i servizi tornano ai livelli pre crisi, mentre la manifattura, fa i conti con un “lieve calo delle aspettative sul livello della produzione”. Anche per questo non è più il momento dei sussidi, forse utili nel periodo nero.

 

Serve una spinta forte per massimizzare e rendere durevole questa congiuntura, che non resti un puro rimbalzo statistico. Si tratta in particolare di modernizzare il sistema produttivo, di adottare la piena concorrenza anche nei servizi pubblici locali, di fare le riforme, giustizia in primis, non perché le chiede l’Europa ma perché servono. Se non ora quando (con o senza hashtag)?