editoriali

La gran mossa di Ferragni in Tod's

La Borsa premia l’idea di Della Valle e la moda sperimenta una nuova fase

Dicono che su certe chat riservate fra analisti, la cooptazione di Chiara Ferragni nel cda di Tod’s sia stata vissuta come una sorta di affronto nei riguardi dei tanti che sarebbero stati “più qualificati”. Non capiamo per che cosa (Diego Della Valle ha specificato di averla chiamata per la sua conoscenza del mondo dei giovani e per il suo impegno solidale, che ci pare siano entrambi fuori discussione), ma soprattutto non capiamo rispetto a chi. Nel paese degli sdraiati, una signora trentatreenne di bell’aspetto e raffinata abilità nel settore moda e affini che fattura qualcosa in più di 36 milioni di euro all’anno e ne ha raccolti oltre 4,5 a favore del reparto anti Covid dell’ospedale San Raffaele sarebbe meno qualificata a sedere nel cda di una multinazionale del lusso rispetto ai tanti consiglieri – ovviamente maschi perché avrete capito che lì andiamo a parare – che sedevano per esempio in Popolare di Vicenza, Autostrade o Montepaschi e di cui si è persa contezza senza mai aver peraltro avuto notizie del loro attivismo. Per fortuna, la Borsa non la pensa con la stessa spocchia dei nostri analistini con la schiscetta dell’invidia nello zainetto in luogo del bastone del comando, perché dopo l’annuncio della cooptazione, il titolo Tod’s ha guadagnato il 14 per cento, che ci sembra la migliore risposta. Dunque sì, ci pare non solo giusto e perfettamente lungimirante che Ferragni entri nel cda di Tod’s (a dimostrazione del fatto, se mai ce ne fosse bisogno, che Ferragni ha seguito un percorso di crescita vero e non ha fatto la fine che hanno fatto molte influencer della moda che si sono accontentate di mettere i propri follower al servizio di un reality show). Ci pare un ottimo esempio per le nuove generazioni, a cui forse interesserà sapere che nei consigli di amministrazione della moda italiana, nonostante la sua quinta posizione nel mondo per fatturato complessivo, sieda solo il 21 per cento di donne, contro il 43 per cento della Francia. 

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